Dall'aeroporto londinese di Heathrow ci attende una lunga notte di viaggio che ci porterà nella più grande metropoli degli Emirati Arabi. L'emozione è già alle stelle, all'arrivo in aeroporto la sorpresa è che ci hanno assegnato un posto in business class della compagnia aerea Qantas. Il servizio è eccellente e il viaggio molto confortevole, arrivando a Dubai di buon mattino. Dopo aver superato tutte le formalità doganali, pensiamo di cambiarci in aeroporto in quanto il caldo si fa già sentire, dato che eravamo partite da Londra con una temperatura che raggiungeva i zero gradi. La città è molto ben servita dai mezzi pubblici e con la metropolitana raggiungiamo il nostro Hotel nel quartiere di Deira.
Insieme ai distretti di Al Fahidi e Shindaghe, è considerato parte dell'area più storica di Dubai e si estende lungo la sponda settentrionale del Creek, dove un groviglio di viuzze si intersecano all'interno di suk animati da venditori di ogni specie.
Il Gold Souq è il luogo da non perdere per la ricchezza dei negozi che espongono con estrema naturalezza e disinvoltura gioielli d'oro, impreziositi da perle, diamanti, argento e platino. E' uno spettacolo unico al mondo per la qualità degli oggetti il cui valore è regolamentato dallo stato e secondo il tasso ufficiale dell'oro. Collane matrimoniali indiane hanno un effetto sfavillante per la complessità della lavorazione, ma anche gioielli meno impegnativi invitano all'acquisto, e magari a seguito di una contrattazione si riesce anche a spuntare un buon prezzo!
Il souq delle spezie è il classico mercato arabo dove profumi e colori ammaliano. Sacchi di juta colmi di erbe medicinali, condimenti esotici, sono affiancati da contenitori di frutta secca, dove un vociare continuo attira i clienti. Di fianco al quartiere dei mercati, percorriamo una passeggiata molto tranquilla, ci incamminiamo lungo il Creek dove gli abra, imbarcazioni storiche di Dubai, permettono la traghettata sull'altra riva. Curioso vedere ormeggiate le colorate dhow che ricordano la storia lontana di quando Dubai era un porto franco per cui il commercio dalla Persia era molto fiorente. Ora sono ormeggiate fin dal 1830 e molto arrugginite, affiancate le une alle altre sono stracolme di mercanzia di vario tipo, e ancora oggi utilizzate quotidianamente.
Un forte vento si solleva improvvisamente e in pochi minuti la vista si fa sempre più difficile, il cielo si scurisce, quindi decidiamo di raggiungere l'hotel velocemente per ripararci dalla bufera di sabbia che in poco tempo arriva dal deserto e ci fa respirare a fatica. Il mattino successivo è soleggiato e caldo per cui iniziamo il giro della città come era in programma, suddividendola per quartieri, tutti ben serviti dalla moderna metropolitana, dal tram e dalla rete di bus con percorsi diretti in diversi punti della città. La stazione della metro è proprio di fronte all'hotel e sulla banchina è segnata un'area “rosa” destinata all'ingresso al treno di donne e bambini, separati dagli uomini. La metropoli araba che solo pochi anni prima era solo un deserto, dove i beduini si riparavano in tende o baracche, ora la modernità sfrenata dei grattacieli più alti al mondo domina incontrastata distese enormi. Nella Dubai Marina, un'area artificiale sottratta al deserto tra canali e darsene sono ormeggiati yacht sfavillanti.
Sul Water Bus i residenti raggiungono il luogo di lavoro, i turisti lo utilizzano per osservare i moderni grattacieli avveniristici affiancati gli uni agli altri da una prospettiva diversa. Tra fontane e giardini spicca Cayan Tower che si torce su se stessa come simbolo della marina. La spiaggia è invece un punto di relax per coloro che si vogliono sdraiare al sole davanti al Golfo Persico, mangiare o rilassarsi con qualche drink in uno dei tanti locali posti lungo la passeggiata lungomare. In questo giorno di festa settimanale del venerdì la banchina è occupata da un mercato di prodotti coreani e noi tra assaggi e curiosità passiamo qualche ora. In lontananza è ben visibile il Burj Al Arab, la grande vela che si protende su un'isola artificiale. Il nostro sguardo si gira in ogni direzione, stupite da tutto ciò che ci sta attorno, non vogliamo perdere alcuna occasione di vedere le maggiori attrazioni di Dubai. La prossima opera gigantesca artificiale costruita sul golfo che decidiamo di vedere da vicino e` la Palm Jumeirah.
La percorriamo su una monorotaia sopraelevata e senza conducente lungo il tronco di due chilometri che parte dall'ultima fermata del tram. Sicuramente è una grande emozione nel protendersi sul mare e sapere che tutto ciò è costruito su sabbia e sassi rubati alla terraferma. Alla fine del percorso, si presenta il maestoso Hotel Atlantis accessibile solo a pochi, mentre l'Aquaventure Waterpark attira una massa dei turisti. Siamo già verso il tramonto e mentre attendiamo di ripartire con il buio della sera per farci accompagnare dalle luci degli hotel, ci fermiamo per una passeggiata sul lungomare, animata da turisti e persone del luogo vestite con abiti tradizionali: le donne velate in nero, gli uomini con lunghe tuniche bianche e copricapo bianco fermato da un cordoncino. Torniamo in hotel in attesa del giorno seguente.
Il giorno seguente ci aspetta la salita al 124° piano del Burj Khalifa. Il più alto grattacielo al mondo è un faro per la città, visibile da lontano, e che si trova all'interno del quartiere Downtown Dubai, un vivace centro urbano dove per raggiungere il grattacielo dalla fermata metropolitana si devono percorrere lunghi tunnel e passaggi sopraelevati alla città.
Un percorso obbligato con mostre multimediali ci conduce all'ascensore che in sessanta secondi arriva alla piattaforma di osservazione At the Top. Ammirare il panorama a queste altezze è una cosa unica al mondo. Ci si può rendere conto che tutto ciò che vediamo è stato costruito dal nulla, sul deserto. Attorno grattacieli uno più stupefacente dell'altro, cantieri in continua evoluzione e, sotto di noi, il grande progetto urbanistico del Dubai Mall con negozi e ristoranti, il Souk Al Bahar e la fontana danzante. Più lontano si vede invece un arcipelago artificiale al largo del Golfo, il The Word. Si tratta di un progetto ingegneristico ambizioso che gli emiri hanno fortemente voluto.Visto dall'alto disegna il mondo con i continenti dove in futuro sarà possibile edificare, mentre per ora i lavori si sono arenati, forse per la crisi economica mondiale, o per problemi strutturali del progetto. E' un panorama a 360° quello che osserviamo da quassù e a malincuore dobbiamo scendere, ancora un minuto e siamo a terra. Un lungo corridoio ci porta all'uscita o meglio all'interno del grande Mall. Si può passare anche un'intera giornata all`interno del Mall, tra negozi e sale d'intrattenimento o nel gigantesco Acquarium. Quest'ultimo si può anche ammirare parzialmente dall'esterno attraverso un'enorme parete a vetro che ci permette di vedere pesci colorati che sfrecciano tra coralli artificiali.
Durante il pranzo in uno dei tanti ristoranti del Souk Al Bahar lo spettacolo delle fontane danzanti ci accompagna in una coinvolgente atmosfera musicale tra enormi getti d'acqua. La sera s'illumina delle luci dei grattacieli e il Burj Khalifa è il protagonista incontrastato di tutta l'area, i suoi colori e le sue geometrie passano dal rosso all'azzurro, al verde e via....regalando un'emozione unica.
La domenica mattina prendiamo il bus per raggiungere la Medina Jumeirah. Il lungo rettilineo che fiancheggia le più belle spiagge di Dubai, ora però inaccessibili per i numerosi cantieri, si trova in quella che un tempo era la prima e più ricca zona residenziale, dove si andava a fare shopping e si sfrecciava in macchine di lusso. Quelle che erano le vecchie ville signorili, ora sono cliniche private e studi medici specializzati. Il Burj Al Arab si avvicina sempre più nella sua grande imponenza e ben presto ci accorgiamo che è pressochè inavvicinabile. Cancelli sbarranno qualsiasi acceso e proteggono la privacy degli ospiti. Finalmente raggiungiamo la Medina, che in questa bellissima giornata di sole si presenta come un'area verde solcata da canali dove si affacciano edifici in stile arabo, il souq per fare qualche acquisto di impronta tradizionale e qualche ristorante e bar dove ci fermiamo a bere qualcosa di fresco. Il luogo è certamente molto turistico ma non per questo trascurabile; dietro s'innalza la grande vela e sotto, dall'altro lato, vi e` una spiaggia libera, una delle poche a Dubai, dove andiamo a sdraiarci per riposare e trovare un po' di refrigerio all'ombra.
Per capire al meglio com'è nata la grande Dubai e del resto anche l'intero territorio degli Emirati non si può certo mancare di fare una visita al museo storico del distretto di Al Fahidi. Prima di tutto bisogna assolutamente immergersi nella quiete di questo borgo restaurato dove in un dedalo di vicoli che si intersecano gli uni agli altri, le case color sabbia sono sormontate da torri del vento, una sorta di costruzioni create per dare refrigerio alle stanze sottostanti. Nei cortili interni troviamo bar, negozi artigianali, delle Boutique Hotel, e con grande sorpresa anche una scuola dove un gruppo di ragazzi stanno imparando l'arte della scrittura, all'ombra di grandi alberi. Il castello fortificato é la più antica costruzione di Dubai risalente al 1799 e prima di essere un museo era una dimora per gli emiri, poi una prigione e in seguito un presidio militare. Il museo è molto ben strutturato, tra mostre multimediali e diorami dove si può imparare che Dubai e` una citta` recentissima, nata solamente negli anni '60 con i primi pescatori di perle, sommozzatori che s'immergevano in profondità con un semplice stringinaso. Curiose sono le ambientazioni sulla vita quotidiana dei beduini: nella casa, nelle moschee, nel deserto e nel mare. E' un lungo percorso a ritroso nel tempo e fino ai nostri giorni quando la modernità ha preso il sopravvento, senza però dimenticare il passato