Eccomi ancora qui a raccontare la lunga estate appena trascorsa e questa volta immersa nelle montagne più belle del mondo, le Dolomiti.
La scelta è stata dettata
dall'invito degli amici Valter e Madda, che amano fare lunghe passeggiate alla
scoperta di sentieri e scorci panoramici; a noi si sono uniti anche Sebastiano
e Domenica, una buona compagnia per trascorrere delle giornate tra borghi e
malghe della Val di Funes.
Noi ci siamo presi qualche giorno di vacanza
in più e, prima di incontrarci con gli amici, ci siamo fermati a Bolzano, capoluogo della regione autonoma dell'Alto Adige
sin dal 1948 e regione fra le più ricche d'Europa: porta d'ingresso delle
Dolomiti, raccoglie nel suo centro storico i segni di una città cosmopolita in
quanto, un tempo, incrocio di commerci
tra Italia e Germania. Il salotto cittadino è Piazza Walther , cuore pulsante
di Bolzano, dove si tengono nel corso dell'anno numerose manifestazioni e il
suggestivo mercatino di Natale. La cattedrale imponente svetta con il suo
campanile di 65 mt, attorno si diramano numerose vie signorili, dove i turisti
si intrattengono tra vetrine e bar, per degustare i prodotti locali: birre,
pane cotto in forno a legna, speck, mele, formaggi d'alpeggio, dolci, biglietti
da visita per una città molto
accogliente.
Raggiungiamo l'altopiano del Renon
in scooter. Partendo da valle, una curva dopo
l'altra, ci portiamo a mille metri di altitudine e lassù troviamo un
paesaggio baciato dal sole con una vista
a 360°. L'altopiano è facilmente raggiungibile con una funivia: sospesi nel vuoto
il panorama lascia senza fiato. Un trenino storico ora collega i paesi
dell'altopiano, mentre, fin dai primi anni del novecento, univa il centro di
Bolzano con il Renon, luogo dove i bolzanini trascorrevano le loro vacanze per fuggire dalla calura estiva.
Una passeggiata ci porta lungo il sentiero verso le Piramidi di Terra, suggestivo luogo naturale che nel corso dei millenni ha creato una serie aggregata di pinnacoli. Dal belvedere le rocce sono così vicine che si possono quasi toccare, mentre in lontananza si possono ben distinguere le meravigliose montagne dello Sciliar o il Catinaccio e tutta una corona di vette. Ritorniamo a Soprabolzano, vivace e animato borgo, stazione a monte della funivia e del trenino storico. Appena fuori dal centro, presso il maso Kaserhof, una colonia di lama e alpaca ci sorprende piacevolmente . In questo panorama altoatesino e' strano incontrare animali esotici che vagano indisturbati, con i loro grandi occhi e il loro lungo pelo arruffato. Lasciata Bolzano riprendiamo il viaggio e raggiungiamo Bressanone per incontrare gli amici presso il Camping Loewenhof punto sosta per la vacanza.
Bressanone, l’abbiamo gia’ visitata piu’ volte, ma in queste
giornate ci è data l’occasione di approfondire la sua storia e i suoi angoli
più nascosti: elegante città altoatesina alla confluenza della Val Pusteria con
la Valle Isarco, vanta di essere la più antica del Tirolo; per molti anni fu
dominata dai Principi Vescovi che ne fecero una capitale rinascimentale con
evidenti segni barocchi. Il Duomo con le due torri laterali primeggia
nell'ampia piazza ed è uno dei più importanti dell'arco alpino. Un piccolo
varco ci introduce nel Giardino dei Signori del Palazzo Vescovile, un tempo
adibito al riposo, alla meditazione del clero e solo dal secolo scorso aperto al pubblico. Tra aiuole di fiori ed
erbe profumate, piccoli passaggi portano alla centrale fontana in bronzo attorno alla quale ci si può riposare su
panchine all'ombra di alberi. Entriamo nel grande cortile interno del palazzo
Vescovile, residenza dei vescovi fino al 1973, quando la sede fu spostata a
Bolzano. Tutto attorno corre il loggiato rinascimentale, nel mezzo la fontana di Franz Kehrer. Insieme
alla guida proseguiamo con il giro del centro storico. Le case alte e strette
sono vicine le une alle altre, le
botteghe si affacciano lungo i portici e nel retro i magazzini testimoniano una
rete urbana tardo medioevale. Storici ristoranti accolgono il turista con menù
tipici altoatesini e negozietti fanno assaggiare e degustare i formaggi d'alpeggio
tipici delle valli.
Da Bressanone ci spostiamo in bus nella Valdi Funes, piccola valle, perla delle Alpi, incastonata sotto
le montagne delle Odle. La strada molto tortuosa si dirama dalla statale del
Brennero per salire fino alla Malga Zannes, ultima stazione di arrivo.
Chilometro dopo chilometro attraversiamo San Pietro e Santa Maddalena con
panorami da fiaba sul Sass da Putia. Le parole hanno poco da dire, gli occhi
guardano estasiati i colori della natura, il verde dei prati, il marrone dei
boschi, le baite sparse qua e là, la chiesetta solitaria di San Giovanni a
Ranui con le Dolomiti che fanno da cornice. Arrivati al termine della strada,
Zannes è la prima baita che incontriamo e da qui i sentieri naturalistici ci
introducono nel cuore della valle. I percorsi sono tutti numerati e con una
buona mappa si possono organizzare delle belle passeggiate verso le malghe. Il
primo giorno prendiamo il sentiero 25 e, passo dopo passo, raggiungiamo
Kaserill Alm un incantevole terrazzo al sole con tavoli e sdrai ergonomici per
potersi rilassare. L'ora del pranzo è l'occasione per assaggiare gli ottimi
formaggi preparati nel caseificio della malga e non solo. La “merenda”
contadina è una sorta di tagliere con le tipicità gastronomiche dell'Alto
Adige. Non è certo uno spuntino per spezzare la giornata, ma un vero pranzo con
salamini affumicati i
"Kaminwurzen", speck e formaggi, accompagnati da sottaceti e
bicchiere di vino. Suggestivo è il “giro delle malghe” che ci
permette di trascorrere un'intera giornata tra camminate nei boschi e soste
nelle baite seguendo il famoso sentiero Adolf Munkel. La fatica dei tredici
kilometri non si sente, con brevi saliscendi percorriamo a mezza costa il sentiero
delle Odle fra tratti soleggiati e altri più freschi, mentre loro sono sempre
lì ad accompagnarci per tutto il tempo. Poi, tutto ad tratto, si arriva ai
pascoli dove si trova la Malga Glatsch.
Una sosta con una tazza di yogurt di montagna non poteva certo mancare
prima di proseguire il nostro cammino verso altre scoperte. La Malga Geisler è
la seconda che incontriamo, ogni sentiero è molto ben segnalato e numerato per
cui è molto facile percorrerlo. Ogni rifugio
ha una visione tutta sua della catena delle Odle, per cui le possiamo vedere
sotto ogni angolazione. Il panorama è unico, da togliere il fiato, e noi ci
sentiamo spettatori privilegiati di questo spettacolo.
A Malga Casnago ci fermiamo per il pranzo.
Molta gente è arrivata fin quassù e certamente la collocazione del rifugio è
strabiliante: tutto attorno prati verdi e, dietro alla malga, la cresta delle
Odle a fare da corona... Il giro ad anello delle malghe ha come ultima sosta
la Dusleralm. Su una distesa di prato i giochi intrattengono i più piccini
mentre gli adulti si fermano a riposare e a far merenda con un buon dolce. La
discesa, per un tratto, è su un sentiero, che in breve ci fa perdere quota, ma
poi decidiamo di prendere la facile strada forestale per arrivare al parcheggio
del Rifugio Zannes. Il giorno non è ancora finito, e ben presto decidiamo di
trattenerci ancora in vallata e trovare un buon punto panoramico per attendere
il tramonto, quando le Dolomiti cominceranno a tingersi di rosso. Ho fatto una
ricerca ed ho scoperto che esiste un
particolare fenomeno naturale che permette alle rocce di colorarsi e si chiama
“enrosadìra”. E' un termine ladino, la lingua
antica delle popolazioni delle Dolomiti, che
spiega come il carbonato di calcio e di magnesio della dolomia accendano le pareti rocciose, sviluppando
colori che vanno dal giallo chiaro al rosso fuoco,
per poi virare in vari livelli di rosa e viola,
fino a scomparire nel buio della notte. Con il passare delle ore la
montagna ha premiato la nostra attesa e
lo spettacolo del tramonto ha reso questa giornata indimenticabile.
Vipiteno è facilmente raggiungibile da Bressanone con il treno, percorrendo la Valle Isarco, e, con una breve passeggiata, dalla stazione ferroviaria si arriva agevolmente nel centro storico. Uno dei Borghi più Belli d'Italia, è sempre stato fin dal medioevo luogo di ristoro per viaggiatori e pellegrini di passaggio, ultima tappa prima di varcare il confine. La cittadina si sviluppa su un'unica via centrale percorsa da portici con passaggi stretti che collegano a strade secondarie. Le facciate color pastello con caratteristiche insegne in ferro battuto indicano botteghe e osterie, ricordando un tempo passato dove viaggiatori si fermavano per rifocillarsi. Proprio a metà via colpisce la nostra attenzione la Torre delle Dodici, alta 46 mt , che scandisce l'ora del mezzogiorno con il suo grande orologio. Simbolo di Vipiteno separa la Città Vecchia dalla Città Nuova, ricostruita dopo l'incendio del 1443. Un'ampia piazza accoglie i tavolini dei bar: d'estate ospita la Festa delle Lanterne e d'inverno è sede del caratteristico mercatino di Natale. Noi cerchiamo di curiosare qua e là per scoprire angoli nascosti, poi ci soffermiamo nei pressi del Municipio, un monumento architettonico che merita una visita, anche se in questo momento particolare è poco visitabile : e' un edificio importante per la città, in esso si tennero nei secoli numerosi eventi ed incontri diplomatici europei. Raggiunto il primo piano entriamo nella storica sala consiliare gotica interamente rivestita di legno: soffitto a cassettoni, pareti rivestite in legno e, tutto intorno, banchi anch’essi in legno. Una bellissima stufa in maiolica verde riscalda la stanza.
L’ultima tappa del nostro soggiorno altoatesino la raggiungiamo a piedi, a pochi minuti di cammino dal nostro campeggio ed è l'Abbazia di Novacella. E' un ampio complesso abbaziale risalente ai primi decenni del millecento, quando l'allora Vescovo di Bressanone la volle costruire a tre chilometri dalla città. Nei secoli è stata più volte ricostruita in seguito ad incendi e rimaneggiata per volontà dei monaci benedettini che tutt'ora vivono al suo interno. Durante la seconda guerra mondiale venne utilizzata come magazzino militare , distrutta e poi ricostruita, oggi ospita un convitto, una cantina ed è anche un prestigioso centro congressi. Il Dominio feudale dell'Abbazia ha vantato nel corso degli anni molti possedimenti, grazie a donazioni nobiliari e a ad interventi di bonifica. Appena fuori delle mura ci si può inoltrare nell'ampio vigneto che si estende fin sulla collina. I vini che vengono prodotti sono anche il frutto della raccolta di contadini che portano le loro uve nell'Abbazia per essere poi lavorate. Una ricca cantina all'interno della cittadella è molto rinomata per la qualità del vino. Entrando poi nell'ampia sala della Biblioteca, si rimane estasiati da tutti quei manoscritti che risalgono al medioevo. Un respiro di profonda cultura ci circonda in quello spazio con circa 98.000 libri che in qualche modo raccontano la storia dell'Abbazia. E' un camminare lento per passare da un ambiente all'altro, percorrere il chiostro affrescato, entrare nella chiesa abbaziale piena di luce ed ammirare gli stucchi e gli affreschi di artisti tirolesi, che fin dal 1200 hanno voluto lasciare un'impronta del loro passaggio. Visitare il ricco museo in un susseguirsi di oggetti religiosi e tavole a portella d'altare dipinte su legno fa capire che l'Abbazia era al centro di scambi culturali che hanno lasciato segni indelebili.
COSA BISOGNA
CONOSCERE
Quando si programma un viaggio in Alto Adige è importante documentarsi sull'offerta che quel territorio offre ai suoi ospiti-turisti. Ogni città dà la possibilità al turista che soggiorna in una struttura ricettiva di ottenere gratuitamente una CARD per muoversi all'interno di quel territorio. La card permette di viaggiare liberamente coi mezzi pubblici, di visitare musei e partecipare a visite guidate organizzate
- BozenCard
- RittenCard per visitare l'altipiano del Renon
- BrixenCard
DOVE ABBIAMO SOSTATO
Bolzano – Sosta Camper Bolzano
Via Maso della Pieve 12
Bressanone – Camping Lowenhof
Noi per le soste consultiamo
il sito CamperOnLine
COSA DOBBIAMO SAPERE
applicazione MOOVIT per muoversi con bus e treni