Busseto è senz’altro una meta da non trascurare quest’anno, in quanto centro della musica per i festeggiamenti del bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi.. E’ una terra ricca non solo di storia, ma anche di sapori antichi e di una tradizione agro-alimentare che ci ha reso famosi in tutto il mondo.
L’arrivo di venerdì nell’area di sosta assegnata dal comune ci fa reincontrare vecchi amici, ce ne fa conoscere di nuovi e questo è sempre un piacere.
Come da programma, il giorno seguente raggiungiamo in bicicletta il Caseificio Sociale di Pongennaro dove abbiamo appuntamento per assistere in diretta alle varie fasi della lavorazione e stagionatura del grande Parmigiano Reggiano. Ci rendiamo conto che la lavorazione è eseguita interamente a mano da abili maestri casari che, con un ritmo cadenzato, trasformano il latte nel prezioso formaggio, cominciando di prima mattina e lavorando senza sosta. Alla fine acquistiamo il formaggio presso lo spaccio, come “ souvenir “ da portare a casa.
E’ d’obbligo un’altra sosta sulla strada del ritorno presso una cantina di stagionatura e di stoccaggio del Culatello di Zibello , salume tipico per eccellenza della zona e che non può mancare nel nostro tour gastronomico.
Il pomeriggio inizia con le visite nei Luoghi Verdiani. La casa natale a Roncole di Busseto ci accoglie intatta fin dai tempi in cui il padre gestiva un’osteria per viandanti proprio sulla strada di grande traffico. Di fronte abbiamo la Parrocchiale dove il maestro apprese i primi rudimentali insegnamenti musicali sotto l’attento sguardo dell’anziano maestro organista Pietro Baistrocchi.
Nel nostro curiosare tra le piccole vie del borgo scopriamo anche un’altra realtà. Giovannino Guareschi abitò qui a Roncole dopo essersi trasferito da Milano nel lontano 1952. Come dimenticare le vicende di Don Camillo e Peppone? All’interno della sua abitazione viene ricostruita la sua lunga vita ricca di vicissitudini e contrasti.
La domenica mattina di buonora ci avviamo per una lunga camminata, com’è nello spirito dell’Associazione, per arrivare a Villa Verdi a S. Agata di Villanova sull’Arda. Percorriamo piacevolmente circa tre chilometri ed arriviamo sul posto, dove ci attende una guida molto competente che ci accompagnerà nella visita. E’ una grande tenuta di campagna con villa, più volte rimaneggiata sotto l’attenta direzione del Maestro; ci colpisce il grande parco con laghetto, le piante provenienti da tutto il mondo e, cosa da non trascurare, la proprietà agricola gestita direttamente dal Maestro Verdi. In questo luogo conduceva una vita ritirata insieme a Giuseppina Strepponi, isolandosi dopo il rientro dalle tournèes che teneva in tutto il mondo. La villa ha ancora oggi un’aria vissuta con la minuziosità degli arredi, le foto dei ricordi e il letto in cui morì il maestro proveniente dal Grand Hotel Et de Milan.
Al ritorno verso Busseto seguiamo ancora i luoghi della sua vita. Non può mancare Casa Barezzi che si affaccia sulla grande piazza al centro del paese.
Qui G. Verdi vide nascere i primi suoi grandi amori: la musica e l’affetto per la figlia del suo più grande filantropo. Oggi Casa Barezzi è sede della Filarmonica Bussetana fondata proprio dal suo proprietario.
Uscendo, dopo la visita, concludiamo con l’ingresso nel piccolo teatro dedicato al Maestro. E’ sicuramente un piacevole salotto per ascoltare buona musica che non poteva certo mancare nella città natale di Verdi e che la cittadinanza gli ha voluto dedicare. Egli non ha mai approvato la costruzione di questo teatro a causa dei numerosi contrasti che aveva con i bussetani colpevoli, secondo lui, d’invadenza nella sua vita privata.
Nel giro sotto i porticati del borgo antico scopriamo botteghe storiche dove si può passare qualche ora in compagnia avvolti da musica verdiana e da dolci ricordi di un passato da non dimenticare.
Gli amici di questi tre giorni si perdono tra le bancarelle del mercatino dell’antiquariato, ma rimane la certezza di ritrovarci in una prossima uscita pronti a scoprire ancora realtà tutte nostre.
COSA ABBIAMO IMPARATO
Durante questa uscita abbiamo imparato a cogliere le opportunità che le organizzazioni turistiche, come in questo caso è stato il TCI, ci offrono e a sfruttarle per scoprire realtà locali nascoste dove la nostra Italia da il meglio di se. Camminare In Camper è proprio questo... cultura, e ritrovarci insieme per scoprire e imparare.