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domenica 1 novembre 2015

UNA GITA FUORI PORTA... BRIGHTON (6 Settembre 2015)

Eccomi ancora qui a Londra e insieme a mia figlia abbiamo pensato di trascorrere la domenica fuori città. 
Qualche giorno prima abbiamo prenotato il treno che ci avrebbe portato a Brighton. Le vacanze estive al mare in Italia erano appena finite che già sentivamo la mancanza di sole, per cui la decisione di passare una giornata al mare, ci è parsa una buona idea. Siamo partite la domenica mattina dalla stazione londinese di Blackfriars e in poco più di un'ora siamo arrivate nella cittadina di Brighton affacciata al Canale della Manica. Dai finestrini dei vagoni il susseguirsi di paesaggi agresti con piccoli villaggi e case sperdute tipicamente inglesi ha reso il tragitto molto piacevole. 
Ci stiamo dirigendo verso sud nella contea di East Sessex e la spiaggia di Brighton, molto frequentata soprattutto per la vicinanza alla capitale, è considerata “il mare degli inglesi”. Arriviamo al terminal della stazione e siamo praticamente in centro città. Percorriamo la Queen's Road, una lunga via su cui si affacciano bar e negozi molto eleganti, che ci porta direttamente al mare. In questa giornata di sole i turisti sono numerosi e la città è molto animata.
 Ben presto arriviamo sul lungomare King's Road dove imponenti hotel dominano la larga strada. Da qui si vede la famosa ed immensa spiaggia di Brighton, un lunghissimo arenile di sassolini, su cui qua e là sono appoggiati sdraio colorati che animano la monotona distesa di sabbia scura. In lontananza si comincia ad intravvedere il  Brighton Pier, principale attrazione della città. 
Si tratta di un lunghissimo pontile che si protende verso il mare aperto, dove sale giochi, luna park, ristoranti e gelaterie lo rendono un'attrazione perfetta per famiglie con bambini. Ci fermiamo proprio qui a pranzare, in un ristorante vista mare, o meglio "in mezzo al mare", che come specialità serve il tradizionale fish and chips, pesce e patatine fritte.

Riprendiamo la passeggiata e dopo aver attraversato strade e giardini raggiungiamo il Royal Pavillon. Questo originale edificio, simbolo della città, all'apparenza in stile indiano con guglie e cupole tondeggianti, fu costruito nel secolo XVIII da Giorgio IV come residenza estiva della famiglia reale. L'edificio è circondato da un'ampia area verde progettata dallo stesso architetto John Nash, e riportata all'antico splendore nel secolo scorso. I giardini sono stati concepiti come un tutt'uno con l'edificio e sono stati modellati come uno spazio naturale dove i sentieri seguono il percorso di alberi e arbusti. L'erba è lasciata volutamente alta per dare l'effetto di assoluta naturalezza. Il principe amava trascorrere qui le proprie vacanze con tutta la sua corte, e la cittadina inglese, che un tempo viveva di pesca,  dal XVIII secolo si è trasformata nella residenza estiva dell'aristocrazia londinese, e si è lentamente popolata di ville e residenze lussuose in stile georgiano. 

In queste ore centrali e più calde del giorno la gente si intrattiene volentieri nei giardini che sono piuttosto affollati, quindi noi li attraversiamo fino ad arrivare all'altro punto d'ingresso dove ci ritroviamo di nuovo nel mezzo di una via centrale della cittadina. Decidiamo di inoltrarci in una delle strette vie laterali e scopriamo la zona di Brighton Lanes, un vecchio quartiere dello shopping. Su un intreccio di vicoli si affacciano vecchissimi negozi di oreficeria ed oggettistica di alto livello, mentre ogni tanto si esce su una piazzetta dove, tavolini di pub e caffetterie invitano a fermarsi per una sosta. L'atmosfera è tipica degli antichi villaggi inglesi con case dagli ingressi bassissimi e strettissimi, finestre in legno e locali molto piccoli.
Passando attraverso Brighton Lanes e alcune altre vie principali più moderne, ci incamminiamo verso la stazione dove prendiamo il treno per tornare a Londra. Ringrazio mia figlia per aver voluto trascorrere questa bellissima giornata a Brighton e aver voluto farmi conoscere un angolo di mare inglese dove ho avuto la sensazione di poterci anche vivere.
 
Consiglio:

Per muoversi in Inghilterra con i mezzi di trasporto pubblici, come in questo caso i treni, è consigliabile prenotare per tempo tramite internet. Con il codice di prenotazione, i biglietti possono essere ritirati alla stazione di partenza.

domenica 4 ottobre 2015

SASSELLO: Infiorata del 7 Giugno 2015

Eccoci ancora riuniti, noi del gruppo di amici di CamminareInCamper, nell'entroterra savonese per assistere alla celebrazione del Corpus Domini e all'infiorata.
Prima di raggiungere Sassello ci prendiamo qualche giorno in più per trascorrerlo sulla costa ligure. Facciamo sosta ad Albisola Superiore presso l'Apicoltura Gaino, un agricampeggio in collina, appena fuori l'abitato. 

La tappa in questa zona ci permette di raggiungere con il nostro scooter Albissola Marina e di fare una bella passeggiata sul lungomare dove bar e bagni introduco alle spiagge. La nostra attenzione si sofferma sui mosaici che arricchiscono la pavimentazione. La “Passeggiata degli Artisti” è un'opera a cielo aperto. Si è voluto dare vita e voce a figure del periodo futurista e che hanno sostato nella cittadina ligure. Camminando lungo tutto il percorso costeggiato da palme e ulivi,  è molto piacevole soffermarsi per osservare e leggere, su pannelli, ciò che l'artista ha voluto rappresentare con la sua opera.
Il giorno seguente raggiungiamo la vicina città di Savona. Conosciuta come porto di mare, ha un bellissimo centro storico, molto animato con viuzze e carruggi, dove si affacciano bar caratteristici, ristorantini  e negozietti. Affacciata alla darsena la Torretta dedicata a Leon Pancaldo, un navigatore savonese. Proprio affacciato al mare raggiungiamo l'imponente “Complesso Monumentale del Priàmar”. La grande fortezza è stata costruita negli anni della Repubblica marinara di Genova come sistema difensivo, anche se la sua storia va molto più lontano. L'ingresso avviene tramite un lungo passaggio sopraelevato sotto al quale sono ben visibili scavi di edifici antichi. 

La posizione collinare della fortezza permette una visuale a 360° di tutta la città ed è sicuramente un luogo arcano e misterioso che ci permette di entrare in corridoi sotterranei dove uomini come Giuseppe Mazzini sono stati rinchiusi, per poi uscire in ampi spazi e cortili. Nella piazza D'Armi del Maschio si sta allestendo il teatro estivo all'aperto. Resti di antiche cattedrali c'insegnano che un tempo sono state demolite per far posto ad un fortilizio che aveva scopi ben diversi. Usciamo dal grande complesso e una bellissima passeggiata ci porta a scoprire la Vecchia Darsena. Un vero salotto che si affaccia al porto dove ormeggiano pescherecci ma anche yacht. E' arrivata l'ora di ritornare per raggiungere gli amici a Sassello.
Sassello, Bandiera Arancione fin dal 1999 quando fu istituito questo progetto del Touring Club Italiano, lo abbiamo raggiunto dopo aver superato Albissola, lungo la riviera ligure e il piccolo borgo di Stella, paese natale del nostro grande Presidente Sandro Pertini.
Sono pochi i chilometri che distano dal mare ma ben presto arriviamo ad un valico di appena 516 mt, il Colle del Giovo. Tracce di fortezze militari ci insegnano che un tempo si sono svolte grandi battaglie. Superata la frazione arriviamo a Sassello e all'area che il comune ci ha voluto destinare per la sosta, presso il campo sportivo “Degli Appennini”.
Tutti gli amici si ritrovano dopo l'ultima uscita di Trezzo sull'Adda e altri nuovi compagni di avventura si sono appena aggregati.
Il giorno seguente ci diamo appuntamento per iniziare una passeggiata nei boschi che circondano tutto l'abitato. Sassello è uno degli ultimi comuni di confine del più ampio Parco Regionale del Beigua. Il parco si estende fra terra e mare da Voltri a Varazze comprendendo un'ampia area dell'entroterra savonese. Inoltre è tutelato  dall'UNESCO fin dal 2005 come geoparco internazionale. 
La nostra camminata inizia appena fuori del campo sportivo, per introdurci nella Foresta della Deiva. La riserva ha una storia che nasce nel milleduecento e nel corso degli anni ha sostenuto degradi e rifacimenti fino ad arrivare nel secolo scorso, quando la famiglia Bigliati ha acquistato la tenuta, costruendo case coloniche e una villa padronale: il Castello Bellavista. Tutti insieme ci incamminiamo lungo il Sentiero Natura che segna nove chilometri. Dapprima è su strada, ma poi s'inoltra nella folta vegetazione boschiva composta da pini e roveri. Il gruppo è molto ben raccolto e si deve camminare tutti in fila perchè il percorso a volte è stretto e impervio. Ma tutti insieme ci divertiamo molto e la strada non è poi così faticosa. La prima tappa è al Lago dei Gulli. Il nome “lago” è alquanto improprio, perchè si tratta di un'ampia ansa del Torrente Erro. La temperatura è piuttosto alta e le fresche acque ci danno un po' di respiro. Anche i nostri amici a quattro zampe pensano di tuffarsi per potersi rinfrescare....

Riprendiamo il cammino e ben presto arriviamo alla meta programmata per la sosta, il Castello Bellavista. Siamo a 478 mt sul livello del mare e la passeggiata per arrivare fino a qua ha stimolato il nostro appetito. Nell'ampia area verde con tavoli per il pic-nic,  ci concediamo un po' di ristoro e un po' di riposo e ci godiamo la compagnia prima di riprendere il percorso verso i camper.
Il pomeriggio lo dedichiamo ad una visita al centro storico di Sassello, città di ferriere e di boschi. Il classico percorso è quello delle “due bastie ”. Noi raggiungiamo Bastia Sottana, che è un fortilizio difensivo fondato dai Doria, ora inglobato ad un piccolo borgo a cui si accede da una porta medioevale. La sua posizione è dominante sul territorio sottostante.  Scendiamo al paese e lungo le sue vie si affacciano nobili palazzi, le cui facciate raccontano  una ricca storia passata. Numerosi negozi e pasticcerie mostrano la ricchezza gastronomica di Sassello: gli amaretti. Il soffice bonbon, tra il dolce e l'amaro, è molto apprezzato in tutto il mondo.
La sera ci ritroviamo, come di consueto, a cena tutti insieme per scambiarci le nostre idee sulla giornata appena trascorsa. Presso il Ristorante “Palazzo Salsole” gustiamo un menù con i profumi di Liguria e il dolce tipico di Sassello: il tiramisù all'amaretto.
E con questa delizia finale, le nostre giornate nell'entroterra savonese sono terminate, lasciandoci  contenti di aver scoperto tradizioni, realtà culturali, naturalistiche e gastronomiche uniche, ma soprattutto felici di aver condiviso tutto ciò insieme ad un buon gruppo di amici affiatati e certi di ritrovarci per una nuova avventura. 
E' arrivata la domenica in cui si celebra il Corpus Domini. In questo borgo medioevale, che conserva ancora tra le sue strette vie  palazzi storici e chiese barocche, è da tempo consolidata la tradizionale Infiorata. Di buon mattino le strade si animano di sassellesi  e non solo, che iniziano a tracciare schizzi di disegni su cui, poi, andranno a creare, con petali di fiori colorati e foglie, tappeti a carattere religioso. Tutto deve essere pronto per la fine della Messa, quando l'ostia consacrata e racchiusa in un ostensiorio viene portata in processione sotto un baldacchino per essere adorata pubblicamente. Davanti alla Parrocchiale della Santissima Trinità un grande rosone pavimentale fiorito decora la piazza antistante e sono anche arrivate le grandi croci che verranno portate a braccia dalle confraternite locali di N.S.del Suffragio, di San Filippo Neri e San Giovanni Battista. I giganteschi crocifissi lignei vengono portati per tutto il tragitto dai Cristezanti.
I “cristezanti”sono: i “portoei” o “camalli” che sono coloro che portano la croce “in crocco” cioè nella speciale imbracatura che è allacciata alle spalle e che distribuisce il peso su tutto il corpo e gli “strameoei”, le persone che passano il gigantesco crocefisso da un portatore all'altro sostenendolo con un perfetto equilibrio esclusivamente con la forza di un braccio.

Il numero dei portatori necessari a compiere l'intero percorso della Processione dipende dalla grandezza ma soprattutto dal peso del Crocefisso, indicativamente si va da un minimo di quattro fino ad un massimo di una quindicina di persone.  
La Processione ha inizio, si cammina sui tappeti fioriti e, davanti, le grandi croci aprono la celebrazione del Corpus Domini. Anche i bambini hanno i crocifissi e con grande intenzione portano il Cristo Morto. Il percorso è già tracciato e alla fine delle strette vie una cappella permette una sosta per la preghiera. Poi si ritorna indietro e si percorre un'altra via fino a quando tutto il paese è stato attraversato.
Noi, finita la cerimonia, torniamo sui nostri passi per ritrovarci nuovamente ai camper.
Il resto del pomeriggio lo dedichiamo alla compagnia, chiacchierando di noi e dei nostri viaggi, ovviamente assaggiando gli amaretti di cui abbiamo fatto provvista.

TRE FIUMI... TRE PARCHI...

Da un anno ad oggi ho potuto visitare tre Parchi Regionali Fluviali e in questa occasione mi è piaciuto volerli raccogliere:
Mincio, Adda, Delta del Po
Tre fiumi che raccontano storie antiche, di Signorie e di nobiltà, della gente e del suo lavoro, nonché dello sfruttamento delle acque.
Fiumi emissari di laghi glaciali: il Mincio del lago di Garda, l'Adda del Lario, anche se la loro acqua arriva da più lontano, dalle Alpi. Entrambi affluenti di sinistra del Grande Po che con il suo bacino arriva al mare Adriatico.
Il Mincio e la storia dei Gonzaga, signori di Mantova che hanno lasciato un'impronta indelebile sia nella città che nei territori limitrofi con ville e parchi. Il fiume e la sua gente, il lavoro di pescatori, lo sfruttamento e il controllo delle sue acque. Infomazioni su: http://www.museoetnograficorivalta.it/.
L' Adda storia di Leonardo che qui visse per studiarlo. Feudatari che da Milano arrivavano sul fiume per villeggiatura ma, allo stesso modo per coltivare terre. Industriali come Crespi che hanno costruito una grande azienda e, fino ad arrivare ai giorni nostri con le numerose centrali elettriche che sfruttano l'impeto delle acque.
Il Po che nasce in Piemonte e lungo il suo percorso attraversa la Grande Pianura Padana, si ferma in città, in  piccoli centri, raccoglie acque di fiumi sia a destra che a sinistra per poi buttarsi a mare con un grande delta. E proprio qui l'uomo ha costruito il proprio lavoro. L'agricoltura trova un terreno fertile per coltivare riso, foraggio, mais, ortaggi. Ma la pesca è la vera ricchezza. Pesce che viene esportato in tutto il mondo.  Fiumi che si è voluto proteggere con grandi Parchi per salvaguardarne la ricchezza dei territori da loro attraversati. Itinerari, percorsi didattici ci fanno conoscere una storia antica di secoli.


I nostri racconti:



domenica 5 luglio 2015

MANTOVA: IL PLENILUNIO E I FIORI DI LOTO

Venerdì 11 luglio, intorno alle 17,  ci ritroviamo a Soave di Porto Mantovano, presso l’agriturismo “Il Laghet”.
Il posto è molto bello, immerso nella natura e vicino ad un laghetto. Qui trascorriamo la serata in allegria cucinando una deliziosa carne alla brace, che ci viene fornita dai proprietari dell’agriturismo.
Il mattino successivo partiamo in bicicletta con destinazione la riserva naturale biogenetica del Bosco della fontana.
Entrare in questo bosco è come entrare in una fiaba, perché siamo accolti da una densa ed intricata foresta di latifoglie, che si presenta a noi in mille sfaccettature stupende. Percorriamo una serie di vialetti rettilinei che, incrociandosi ripetutamente, formano radure circolari chiamate piazze, dove siamo accolti da un sole splendido e poi nuovamente immersi nella foresta, fino ad arrivare al centro dove sorge la palazzina di caccia seicentesca della famiglia Gonzaga. Nei pressi della palazzina affiora la risorgiva che dà il nome al bosco “La Fontana”. La vegetazione e la fauna del bosco, sono ampiamente raffigurate e descritte in numerosi pannelli esplicativi, rigorosamente il legno. Usciamo dal bosco rigenerati e rinfrescati, pronti per pedalare sulle piste ciclabili del ritorno.
Nel primo pomeriggio ci spostiamo con i mezzi e raggiungiamo la riserva di allevamento degli storioni  denominata  Azienda Agricola Saverio Bettinazzi (sito internet in preparazione), in Frazione Maglio di Goito.
In cielo sono spuntati nuvoloni neri che promettono poco di buono, ma iniziamo ugualmente la nostra passeggiata tra le vasche in cui sono ospitati i grossi pesci che andremo a scoprire. L’azienda inizia nell’anno 1973 ad allevare le trote e, in modo che si può definire casuale, dal 1994 passa ad allevare gli storioni. 
Questo perché per una vendita consistente di trote l’azienda non ha ricevuto il pagamento pattuito, ma le è stato proposto dall’acquirente  uno scambio con degli storioni per saldare il debito contratto. Gli storioni allevati in azienda partono da un peso minimo di Kg. 10 fino ad un massimo di Kg. 150 e vengono alimentati con un mangime composto già preparato, secondo un regime regolamentato. Raggiungono la maturità sessuale intorno ai dodici anni e le uova vengono estratte prima che esse vengano fecondate. Il pregiato caviale prodotto in azienda, viene poi venduto alle compagnie aeree arabe. Un violento temporale interrompe la nostra visita e non ci permette di approfondire oltre la nostra conoscenza.
Riprendiamo la strada sotto una pioggia battente per raggiungere l’area sosta delle Grazie, poco distante da Rivalta sul Mincio.
Purtroppo il forte temporale ci impedisce di effettuare la gita prevista con i barcaioli del Mincio, tra i fiori di loto durante il plenilunio.
Non ci perdiamo d’animo e ceniamo, con menù tipico mantovano, al ristorante da Claudio in località Grazie.
Al risveglio ci aspetta uno splendido sole caldo … passata è la tempesta…! Torniamo in sella alle biciclette e raggiungiamo Rivalta sul Mincio, dove andiamo a visitare il Centro del Parco e il Museo dei Mestieri del Fiume. 
La visita al Centro del Parco  è molto interessante e ci informa sulla storia del territorio dal punto di vista  idrogeologico, nonché sulla flora e sulla fauna. Di altrettanto interesse è la visita al Museo dei Mestieri del Fiume che ci fa conoscere altri aspetti della vita locale, portandoci indietro nel tempo ad esplorare arti e mestieri. Chi conosce i soci di Camminare InCamper sa che il nostro gruppo non si scoraggia mai e, se non siamo riusciti a fare la gita sul fiume con il plenilunio, la facciamo nel pomeriggio con uno splendido sole.
E allora tutti a bordo del battello… si parte per l’esplorazione

Ci imbarchiamo a Grazie e navighiamo il fiume attraversando la miriade di canali che popolano la larga distesa d’acqua. Subito il nostro sguardo è catturato dai fiori di loto … splendidi… affascinanti… magici, ma ben presto ci accorgiamo che sopra la fitta vegetazione volano aironi rossi e cinerini, svassi, falchi di palude e molte altre specie  rare. Naturalmente sentiamo con piacere le numerose informazioni che ci vengono date dal barcaiolo, ma la nostra attenzione è catalizzata in modo particolare dai fiori di loto, che si trovano ovunque e sono bellissimi.
Terminata l’escursione c’è posto ancora per una breve visita al Santuario delle Grazie, vicinissimo all’imbarcadero. Entrando nel santuario si prova una strana sensazione di coabitazione di sacro e profano. Presenza del tutto particolare, che stupisce noi visitatori, è il coccodrillo imbalsamato appeso al soffitto della navata centrale.

Il tempo a nostra disposizione è terminato e non ci resta che tornare a casa, portando nel cuore il ricordo delle belle giornate trascorse in compagnia.
Nel nostro pensiero rimarrà la consapevolezza che il territorio mantovano,all’apparenza uniforme  e molto padano, offre una complessità inaspettata: si passa dalle colline moreniche a ridosso del Garda, alle sponde verdeggianti del Mincio e dell’Oglio, dalla fenditura che il Po traccia tra la media e la bassa provincia  fino al contorno inusuale dei tre laghi che cingono Mantova.
Inoltre abbiamo apprezzato la gastronomia mantovana che risente profondamente delle produzioni locali e nel tempo ha saputo mediare usi popolari tradizionali con la ricchezza e lo sfarzo tipici della corte dei Gonzaga.

TREZZO... NEL PARCO DELL`ADDA (30 Aprile - 3 Maggio 2015)

Gli amici di CamminareInCamper hanno pensato di ritrovarsi per il lungo ponte del primo maggio in uno dei Parchi Fluviali più conosciuti del nord Italia.
Già l'anno scorso abbiamo visitato il Parco del Mincio, ora siamo a Trezzo nel Parco dell'Adda.
Il punto di ritrovo per i numerosi camper che hanno aderito all'invito di Valter è nel grande Piazzale Giovanni Paolo II, nonché piazza del mercato cittadino a pochi passi dal centro.
Il mattino seguente al nostro arrivo una guida della Pro Loco ci attende per accompagnarci nella visita del territorio trezzese.
La passeggiata ci porta in collina all'interno di Villa Bassi, anche se ai cancelli d'ingresso un'insegna indica Villa Gina, in onore della moglie di Silvio Crespi che ne divenne proprietario nel 1915. La grande casa padronale, ora sede del Parco Adda Nord, domina dall'alto un'ampia area verde. Trezzo non è altro che un promontorio sul fiume e da questa altezza la veduta d'insieme è incantevole. La guida racconta che Paolo Bassi era il Podestà di Milano. Intorno alla metà dell'ottocento arrivò fin qui per investire in feudi e latifondi. 
Egli costruì la villa su un precedente edificio, rimaneggiandola nel corso degli anni, e dominando da un alto sperone di roccia i sottostanti navigli: il Martesana che segue il corso fino a Milano, il fiume Adda e di fianco il canale industriale Crespi. Quest’ultimo ci fa arrivare con l'occhio fino al villaggio Crespi con il Castello, dove passavano le vacanze estive la famiglia, i primi condomini operai, e le due alte ciminiere dei capannoni. Sotto di noi il Santuario della Concesa, che raggiungiamo da un cancello secondario attraversando in discesa un sentiero, una sorta di scorciatoia. Lì, ci attende Il Padre Priore del convento che personalmente ci fa da guida. Il Santuario della Divina Maternità è costruito lungo l'argine del canale della Martesana e nell'ampio piazzale si può vedere una fonte d'acqua che si dice miracolosa. Il Padre Priore facente parte dell'Ordine dei Carmelitani Scalzi che qui vennero ad insediarsi per volere del Cardinale Monti, ci accompagna  all'interno della chiesa  e poi anche nella visita dei due chioschi, nell'antica sacrestia dove vengono custoditi antichi paramenti sacri. Lungo un corridio, ci indica un importante affresco del quattrocento recuperato da Padre Gerardo: la Madonna del Barcaiolo. Verso l'uscita, retrostante il convento, ci soffermiamo ancora per osservare il grande spazio dedicato agli orti e ai giardini molto ben curati, luoghi di meditazione e di preghiera per coloro che intendono riterarsi nel silenzio.
Un'ultima sosta prima di rientrare è Villa Cavenago. L'ampio parco c'invita ad entrare nella grande proprietà, davanti a noi questa bellissima villa patrizia del settecento. I Signori Cavenago non erano altro che medici e comprarono, a suo tempo,  il feudo di Trezzo. L'interno è riccamente affrescato e sono stati mantenuti i dipinti d'epoca, mentre gli arredi non sono originali della villa. Ora viene usata per banchetti e meeting.
Dopo aver pranzato ci attende un'altra interessante visita a Vaprio d'Adda. La passeggiata che facciamo tutti in compagnia  in centro ci fa scoprire numerose ville patrizie del sei-settecento, chiese e palazzi. Ma l'attenzione maggiore è rivolta a Villa Melzi D'Eril non solo per l'imponenza che domina dall'alto il Martesana, ma soprattutto perchè in essa soggiornò Leonardo da Vinci e dove qui potè studiare il corso del fiume Adda.
Proseguiamo fino ad arrivare alla Casa del Custode delle Acque
Un tempo era la “Casa Regia” dove un gestore aveva il compito di riscuotere i dazi di merci che transitavano lungo il fiume e nello stesso tempo di far funzionare al meglio il sistema delle acque. Ora ospita una galleria interattiva che ci ha fatto percorrere a ritroso nel tempo la storia del fiume e gli studi che Leonardo da Vinci ha voluto dedicare ad esso, fino ad arrivare nell'ultima sala dov'è conservata una copia del Codice Atlantico, raccolta di disegni preparatori, bozzetti, appunti del grande Maestro. Sicuramente è stata un'esperienza interessante per come è stata affrontata, anche se subito non capita, ma sicuramente molto coinvolgente. La giornata sta per volgere al termine senza però prima trovarci tutti in compagnia per gustare piatti locali in un ristorante di Trezzo.
Il mattino seguente ci attende ancora una guida della Pro Loco per accompagnarci ad una visita per le vie del centro storico fino ed arrivare al Villaggio Crespi. L'ingresso al centro avviene da Porta Santa Marta che è l'unica porta antica rimasta del borgo medioevale. Per la posizione strategica sul fiume e per ciò che esso ha dato alla città, Trezzo è ricca di palazzi e ville patrizie di nobili o signori che arrivarono da Milano sin qua per  vacanze, nonché per investire su feudi e terreni. Ora ciò che è rimasto è tutto ben conservato, come il Palazzo del Comune, dove nella Biblioteca  Alessandro Manzoni è stata inaugurata nel 2014 la “Quadreria Crivelli”, una roccolta di opere appartenute alla Famiglia Crivelli lungo un percorso museale. Noi non abbiamo potute visitarla in quanto, essendo sabato, la biblioteca era chiusa. La collocazione della villa è esemplare, all'interno di un grandissimo giardino.
La passeggiata continua lungo il fiume fino ad arrivare al Villaggio Crespi Patrimonio dell'Unesco: “è stata esempio eccezionale del fenomeno dei villaggi operai, il più completo e meglio conservato del Sud Europa". Al di là di ogni spiegazione con questa motivazione si racchiude tutto ciò che si può dire della grande famiglia Crespi, industriali del XIX secolo. Arrivarono e acquistarono un appezzamento di terra lungo il fiume per poi sfruttare al meglio le sue acque e farle convogliare nell'azienda cotoniera. Ora il villaggio è ancora abitato e in gran parte dagli eredi di coloro che hanno lavorato nella azienda. Urbanisticamente esso ricorda i villaggi inglesi di fine ottocento, ed è da qui che si è ispirato il figlio di Crespi al ritorno dall'Inghilterra. All'ingresso vi è l'imponente scalinata che conduce alla chiesa e subito dopo inizia il lungo viale dove sono affiancate le villette degli operai con il suo bel giardino, tutte recintate e tutte uguali, in fondo quelle più grandi per i dirigenti d'azienda. Non mancava nulla nel villaggio, era autosufficente. Un mondo autonomo ma anche al di fuori di ciò che succedeva all'esterno. Il padrone dall'alto del suo castello provvedeva ai fabbisogni dei suoi dipendenti con scuole, medico, istruzione religiosa, e sepoltura. Si, perchè in fondo al villaggio c'è pure un cimitero. Anche qui, domina la grande tomba della famiglia Crespi. Vicino alle abitazioni la grande fabbrica e più in là il parco e il dopolavoro per il tempo libero.
La visita si conclude tutti in compagnia per un veloce panino sul prato e una bella passeggiata sul lungo fiume. A tratti ci fermiamo per ammirare opere di sbarramento, chiuse e passaggi d'acqua in un contesto storico racchiuso all'interno dell' Ecomuseo Adda di Leonardo. una sorta di museo diffuso su un percorso più ampio lungo il fiume.
Il pomeriggio pensiamo di trascorrerlo tutti insieme per una bellissima pedalata lungo la pista ciclabile dell'Alzaia sulla sponda destra del fiume che, dall'imbarcadero prosegue per ben undici chilometri  nel medio corso dell'Adda, dove le impronte di Leonardo hanno un significato importante. Dapprima il fiume segue parallelo alla ciclabile, poi la vegetazione è più fitta e anche il fiume ha dislivelli più significativi con rapide, scogli di sbarramento. Anche qui Leonardo studiava il moto delle acque, i problemi della navigazione e alcuni tratti di natura circostante il fiume vengono ritratti nelle sue opere. Durante il periodo in cui il Genio ha vissuto a Vaprio per ben due volte,come precettore del giovane Melzi, l'area e la natura circostante il fiume si è arricchita con segni tangibili di alta ingegneria. Seguendo tappe o postazioni informative ci fermiamo per osservare le centrali idroelettriche lungo il percorso. La Centrale A.Bertini del 1898 è la prima in Europa e la seconda al mondo dopo quella delle Cascate del Niagara per la potenza delle turbine. In essa è allestito anche un museo dell'elettricità.
Il nostro percorso ciclabile arriva fin sotto al ponte San Michele che collega Paderno a Calusco. Con un'unica campata di travi di ferro sostiene sette piloni di ferro per una impalcatura a due livelli di percorribilità: uno per le auto e uno per i treni. Esso si eleva sopra una gola del fiume Adda ad un'altezza di 85 mt. Alta ingegneria di fine ottocento  e inizio novecento.
Anche questa giornata è stata molto ricca culturalmente e per il giorno seguente ci aspetta la Navigazione sul fiume.  Prima di iniziare questa nuova escursione visitiamo quello che rimane del Castello Visconteo. Nell'ampio parco con alberi secolari e tra una fitta vegetazione vi è eretta la torre quadrangolare alta 42 mt, mentre sono parzialmente in piedi  mura esterne del maniero. C'incamminiamo nel parco sottostante dal quale si accede alla Centrale Idroelettrica Taccani, proprietà dell'ENEL. E' un immesso edificio ingegneristico in stile liberty che risulta in armonia con l'ambiente naturalistico circostante. In questa ansa del fiume Adda è stata studiata quest'opera di sbarramento per sfruttare l'impeto delle acque. All'interno della grande struttura è allestita in questi giorni una mostra collettiva. Tra dedali e gallerie sotterranee, vari artisti hanno esposto opere per una raccolta fondi a favore della ricerca. 
Ora, siamo pronti per salire sul traghetto che ci porterà lungo il fiume. Piano, piano la natura circostante la fa da padrone. In cigno ha trovato il suo habitat prediletto ed ecco che sta covando tra i cespugli come se non volesse essere disturbato. La vegetazione s'infittisce e a pelo d'acqua vola l'airone cenerino, lo svasso maggiore  con i piccoli nati portati sul dorso dei genitori.
Le giornate sull'Adda sono terminate e dopo aver salutato gli amici di sempre e quelli nuovi ritorniamo a casa appagati per questa meravigliosa avventura.

Quei rami del... DELTA DEL PO (2 giugno 2015)

Il Delta del Po è per noi una meta ben conosciuta. Non è molto lontano da casa, e si puo`raggiungere facilmente per lunghe pedalate nella natura o, come questa volta, per gite in scooter sugli argini, fin dove il fiume si butta nel mare aperto.
Premettiamo che il Po attraversa la grande Pianura Padana e prima di raggiungere il mare segna un confine nelle due regioni del Veneto, con la provincia di Rovigo, e dell'Emilia Romagna, nella provincia di Ferrara. Sono due aree che già danno un'idea della vastità del delta. Dal 1999 è insignito come Patrimonio dell' Umanità dall' UNESCO.
Appena superato il primo ponte sul fiume c'è la Grande Bonifica Ferrarese. Già i primi canali idrici affiancano la strada e in lontananza ne vediamo altri. Attraversiamo distese di campi coltivati che in questa stagione d'inizio estate hanno diversi colori, dal verde intenso dell'erba medica al più brunato dell'orzo. 

A mano a mano che ci avviciniamo a Jolanda di Savoia i campi sono allagati, le prime piantine di riso affiorano l'acqua e verranno a maturazione in autunno. Casolari isolati e distrutti dall'incuria ci fanno capire che un tempo si lavoravano intensamente le campagne, terre incontaminate e lontane dal traffico. Ci avviciniamo al Parco del Delta e la prima oasi di verde è il Gran Bosco della Mesola situato nella provincia ferrarese. Il Grande Fiume comincia a ramificarsi, a sud con  il Po di Volano che, con il Po di Goro, forma una Sacca, specchio d'acqua salata protetto da isolotti e lingue di terra formate nei millenni con i detriti portati dal fiume.
Noi arriviamo fino a Gorino, ultimo baluardo a sud dell'Isola della Donzella.  Proprio quella sera ci fermiamo a cena alla Festa del Pesce. Gustiamo un buon fritto misto, sarde in saor e un ottimo guazzetto con cannocchie e gamberi freschi, tutti piatti caratteristici della zona. Non potevamo cominciare al meglio queste giornate in laguna....

Il giorno seguente superiamo il primo ponte di barche che unisce le due sponde del Po di Goro e che segna il confine di regione, infatti nell'altra sponda c'è il Gorino Veneto. Prima di  oltrepassare il secondo ponte di barche è il terzo Gorino, di Sullam. Al di là del Po di Gnocca, Santa Giulia è uno dei tanti piccoli centri del Delta, che si trovano disseminati nelle ampie campagne intensamente coltivate sotto il livello del fiume.  I percorsi stradali sono tutti sugli argini e l'occhio si perde lontano in una ramificazione di canali di sfogo tra le intense coltivazioni di mais e riso. La grande bonifica di queste terre paludose è stata ottenuta con una rete di idrovore che hanno permesso uno sfogo delle acque e un sistema agricolo molto intensivo di tutto il territorio. 

Proseguiamo con lo scooter verso Scardovari e lungo il percorso ne vediamo parecchie di queste opere di archeologia idraulica formata da un corpo centrale in muratura, che richiama gli edifici del primo novecento, da dove partono grossi tubi che arrivano al mare.  Lungo il percorso solo la natura la fa da padrone. Da un lato abbiamo la verde vegetazione di pioppi e ontani che amano avere le radici nell'acqua, dall'altra il mare. In questo ambiente silenzioso si sentono solo le grida dei gabbiani appollaiati su lunghe fila di pali che affiorano dall'acqua. Nell'ampia sacca di Scardovari, simile ad un golfo, si affiancano uno vicino all'altro casette di legno costruite su palafitte per i pescatori. In lontananza si possono vedere anche dei ruderi di casolari sommersi dall'acqua. Ci fermiamo incuriositi ad osservare un intenso lavoro che si sta svolgendo in una radura verso il mare aperto. La raccolta dei mitili e vongole ha richiamato molta gente e noi parliamo con qualcuno di loro. 

Ci raccontano che in questo periodo dell'anno la temperatura mite dell'acqua permette una grande produzione di cozze. Vengono raccolte a mano, pulite sommariamente su delle rastrelliere per poi essere caricate su camion frigo e portate fino in Francia e Spagna. Con un altro pescatore, di poche parole, ascoltiamo il suo lavoro. Egli indossa una tuta con lunghi gambali e ci racconta che  le vongole vengono raccolte dirette in mare dove il fondale è basso, con un rastrello che serve a dissotterrarle. Proseguiamo il nostro giro per entrare nel paese di Scardovari frazione di Porto Tolle. Un agglomerato di case in mezzo a questo ampio delta che vive di pesca e del grande consorzio formato da 1500 consorziati. Fa molto caldo e dopo esserci fermati a bere qualcosa in un bar, continuiamo, e superato il  borgo di Bonelli arriviamo alla spiaggia della Barricata

E' un'oasi turistica molto rinomata in questa zona. C'è un moderno porto turistico occupato da numerose barche, un campeggio e un villaggio turistico, ristoranti e agriturismi. Superato un pontile arriviamo all'ampia spiaggia con sabbia fine e dorata che si protende in mare aperto.
In mezzo a questa vegetazione più variegata, ad attività antiche, silenzi continui rotti solo dai versi di gabbiani e uccelli di palude, borghi isolati, si è arrivati alla modernità e allo sfruttamento del delta per il tempo libero, in questa oasi marina.
Riprendiamo il nostro giro e arrivati alla punta estrema dell'isola della Donzella superiamo nuovamente i due ponti di barche per fare ritorno a Gorino.
Questo percorso che noi abbiamo fatto è solo una minima parte di tutto quello che è il Grande Delta del Po. C'è ancora molto da vedere e scoprire. Di giorni ce ne vorrebbero ancora molti, noi qualcosa abbiamo visto, ma sicuramente ci riproponiamo di visitarlo fino in fondo la prossima volta.

domenica 31 maggio 2015

RITORNO IN UMBRIA - tra acqua, terra e tradizioni popolari (10-14 Ottobre 2012)

L`occasione di ritorno in Umbria è questa volta un raduno tra amici di Spoleto.
Ogni volta che torniamo scopriamo nuove cittadine, borghi antichi, strade panoramiche di incredibile bellezza.

Decidiamo di partire qualche giorno prima dell'appuntamento per poter tracciare un percorso più ampio da visitare con lo scooter.
Il mattino dopo l`arrivo si presenta soleggiato e cosi`partiamo alla scoperta dei borghi che si affacciano lungo le coste del lago, dai più noti, ai più piccoli e più nascosti.

PASSIGNANO SUL TRASIMENO ha una bellissima passeggiata lungolago da dove partono i traghetti per arrivare alle due isole: la Maggiore e la Minore, che si vedono in lontananza. 
Per arrivare alla Rocca Medievale dobbiamo entrare nel borgo e percorrere alcune vie piccole piccole, dove osterie e trattorie vi si affacciano con menu invitanti a base di pesce di lago. 

Attratti dall'insegna "Monte del Lago" entriamo in un piccolissimo borgo che si protende lungo un pendio affacciato su un promontorio da dove ad ogni curva si scorge un nuovo angolo di lago. Percorriamo scalinate in discesa che incrociano vie lastricate all'interno di mura medievali. Numerosi sono i personaggi che si fermarono qui. Una grande pietra scolpita c' insegna che qui nacquero Bartolomeo Borgo, geografo e patriota, nonché Giuseppe Danzetta e Giuseppe Pompilij, combattenti durante le guerre per l'indipendenza. In un'altra insegna la poetessa armena Vittoria Aganoor,  scrive alcuni versi ispirati al “Trasimeno”. ...e la barca mi porta incontro ad un'isola verde che attira con taciti inviti di pace ai suoi ceruli seni intorno i bei colli sereni d'ulivi e di querci vestiti.

Dopo la sosta per il pranzo riprendiamo il giro costeggiando il lago fino a raggiungere CASTIGLIONE DEL LAGO

Castiglione del Lago è classificato uno dei “Borghi più Belli d'Italia” e si trova sulla sponda occidentale del lago Trasimeno.
Arroccato su un promontorio, l'ingresso al centro storico avviene da Porta Perugina. Per entrare nella piazza centrale si passa tra gli ulivi e sotto le mura della Rocca del Leone, un`imponente rocca che si affaccia sul lago e lo domina con forza. Nella piazza centrale sono raccolte botteghe artigiane e norcinerie caratteristiche umbre. Piccoli ristoranti, osterie e cantine ricche di sapori invitano alla sosta per assaporare i sapori locali.

Il giorno seguente arriviamo a TODI.
Non è la prima volta che ci fermiamo qui, ma non ci dispiace affatto scoprire di nuovo le bellezze di questo luogo. Camminare a Todi nel Borgo Vecchio si entra in un ambiente caratteristico medioevale con saliscendi di vicoli lastricati, affiancati da palazzi signorili. In fondo alle vie si arriva alla ormai conosciuta Piazza del Popolo, dove dominano il Palazzo del Capitano con la sua scalinata che sorregge l'arco e il loggiato sottostante, il Palazzo dei Priori del mille quattrocento, il Palazzo del Popolo e, proprio di fronte, la scalinata che porta al Duomo. 

Anche la chiesa di San Fortunato coglie la nostra attenzione per la sua spettacolare scalinata che porta fino in cima, da dove possiamo ammirare tutto l'abitato di Todi da un`altra prospettiva. 
Non manca nulla per essere una città del Medioevo, ha mantenuto fino ai nostri giorni tutte le caratteristiche del suo tempo. 

 Finita la visita riprendiamo il percorso per inoltrarci sempre di più nel cuore dell'Umbria medioevale. 
SAN GEMINI, conosciuta per le sue terme e per la sua acqua, non ci aveva mai incuriosito, mentre è un`interessantissima visita per chi è curioso di architettura medievale. In questa stagione autunnale, i borghi si animano di antico rievocando tradizioni storiche e, proprio nei giorni della nostra visita (metà ottobre), San Gemini ospita la manifestazione della “Giostra dell'Arme”. Ogni via è imbandierata a festa, ci sono vessilli verde bianco che rappresentano il Rione Piazza e vessilli blu e rosso per il Rione Rocca. E' una delle tante rievocazioni storiche che animano i borghi medioevali umbri e non solo. Gli eventi che si susseguono durante la manifestazione, che dura ben due settimane, sono moltissimi. Noi, quella sera abbiamo potuto vedere in Piazza San Francesco, una sfida tra i Tamburini dei due rioni. Si sfidavano con musiche medioevali, ogni gruppo vestito con costumi d'epoca, a suon di tamburi e marce, accogliendo gli applausi degli spettatori.


La serata è stata molto piacevole soprattutto per la sorpresa di scoprire uno spettacolo che non conoscevamo e che non avevamo previsto di scoprire.
La bellissima area di sosta dove abbiamo parcheggiato per la notte è vicinissima al centro storico e si può raggiungere il borgo medievale a piedi.
Il mattino seguente raggiungiamo gli amici alla CASCATA DELLE MARMORE

I percorsi per inoltrarci in questo ambiente naturalistico tra terra e acqua sono numerosi. Per noi è una passeggiata in compagnia tra sentieri in mezzo alla vegetazione e qualche schizzo d'acqua che scende a sorpresa dalle numerose cascate che ci circondano. La giornata è bellissima e piena di sole. Durante la mattinata ci divertiamo molto scattando foto da ogni angolazione per cogliere ogni salto d'acqua, ogni angolo nascosto, ogni scalinata che porta sempre più vicino alla cascata principale.
La serata si conclude a Spoleto dove raggiungiamo il resto della compagnia con la quale trascorriamo tutto il giorno seguente.
L'ultima tappa verso casa è al Frantoio di Trevi, sosta obbligata per l`acquisto dell'olio del famoso consorzio.
E' ormai sera ma decidiamo comunque di fare una passeggiata nel centro storico di Trevi il quale è ancora animato da figuranti in costume medioevale per una festa appena conclusa.
Veniamo incuriositi da uno spettacolo che si rappresenta al Teatro Clitunno di lì a poco. L'attore Fabio Bussotti, nato a Trevi, racconta “Marchittu”.  Francesco Marianucci, il suo vero nome, visse a cavallo tra il XIX e il XX secolo. Era un poeta dialettale e Bussotti lo ricorda con le sue “satire” e con degli aneddoti divertenti verso persone e situazioni del suo tempo.
Ora è proprio finito il nostro incontro con l'Umbria e purtroppo dobbiamo fare ritorno a casa, sempre pronti a ritornare e a scoprire nuove mete.

COSA  ABBIAMO  IMPARATO

Abbiamo imparato a raccogliere ogni opportunità che ci si presenta e farne parte del nostro bagaglio culturale perchè l'Italia è ricca di storia che di certo non vuole dimenticare. In queste manifestazioni, dalle più grandi alle più nascoste, ognuno di noi si arricchisce.

DOVE  ABBIAMO SOSTATO

Tuoro Area Sosta – Località Borghetto, via Pontile
San Gemini Area Sosta Comunale – Via della Libertà
Spoleto in uno dei parcheggi comodi al centro
Trevi Area sosta presso la piscina comunale in cima al paese.

mercoledì 29 aprile 2015

PRIMAVERA AI LAGHI - LAGO D`ORTA (9-12 Aprile 2015)

Passate da pochi giorni le feste pasquali trascorse insieme alla famiglia siamo pronti a partire per qualche giorno con il nostro camper. 
Le giornate si prospettano soleggiate, cosi`decidiamo di trascorrerle sul Lago d'Orta. Per noi è la prima volta che raggiungiamo queste località lacustri piemontesi e con grande entusiasmo ci mettiamo in viaggio di buon mattino.
Arriviamo ad Omegna, sulla punta più settentrionale del lago, per l'ora di pranzo e sostiamo nella bellissima area camper proprio lungo la costa dove sono situati anche gl'impianti sportivi.
Dopo aver pranzato e aver riposato dal lungo viaggio, prepariamo lo scooter e raggiungiamo il vicino centro.

OMEGNA fa da corona al lago e nello stesso tempo è incastonata tra le montagne.
Una sorta di ponte, Largo Cobianchi, divide la parte lacustre dal Canale Nigoglia che esce in direzione nord del lago, confluendo nello Strona e poi nel Toce fino ad entrare nel Lago Maggiore. Una passerella pensile che costeggia il canale raggiunge il Parco della Fantasia dedicato a Gianni Rodari. Case quasi appoggiate sull'acqua sono allineate nell'altra sponda del Nigoglia e, una di queste è affrescata con un dipinto di Simone Tosca. Si tratta di un progetto, chiamato "Paesaggio Contemporaneo", che intende promuovere il patrimonio culturale e paesaggistico del lago.
Il borgo ha vicoli stretti che percorrono vecchi portici dove antiche case, stalle o ricoveri per barche sono state ristrutturate per essere rese abitative. Ad ogni angolo si scorge una piazza, una chiesa o un palazzo che ricorda storie lontane.
Tornati verso il camper, percorriamo un sentiero a fianco dell'area di sosta in Località Erbera. Il nome ci ha incuriosito: “Oasi della vita”. La passeggiata ci porta lungo il Torrente Fiumetta fino ad arrivare in un`area molto particolare dove sono stati creati orti che il comune ha voluto assegnare a pensionati. La curiosità del luogo entra in un progetto più ampio chiamato “Museo Vivente dei Frutti Perduti”. 
Entrando nell'area si è accolti da un viale di piante da frutto ormai in estinzione che si sono volute ritrovare e riscoprire.
Ritorniamo sui nostri passi percorrendo un tratto di costa alberata lungo il lago. Il mattino seguente ci spostiamo verso Orta San Giulio.

Il borgo di Orta, catalogato come uno dei “Borghi più Belli d'Italia”, si protende in una penisola sul lago e si raggiunge solo a piedi (i veicoli devono essere lasciati ai parcheggi fuori del centro storico). Una romantica passeggiata scende fino al lago per arrivare in Piazza Motta dove partono i traghetti per l'isola di San Giulio.

L`isola è proprio di fronte al borgo, quindi il percorso in traghetto è brevissimo, tuttavia, prima di sbarcare, la circumnavighiamo per poterla vedere in ogni sua parte. Appena scesi non si può fare a meno che entrare nella Basilica di San Giulio che si trova di fronte al pontile. Ricca di affreschi e sculture colpisce l'attenzione il grande ambone nero in serpentino riccamente scolpito. Uscendo dalla Basilica s'inizia la via della meditazione, com' è scandita su tutto il percorso da piccoli cartelli che rifletto pensieri sul silenzio. 
Le strette vie ben lastricate ci fanno percorrere tutto intorno l'isola e ogni tanto si può uscire verso l'esterno per scorgere qualche tratto di costa panoramica. C’è un solo negozzietto di souvenir e un ristorante con vista lago. E’ un luogo mistico. Al di là di ogni palazzo si può solo immaginare una vita dedita alla preghiera e agli studi religiosi. Le monache Benedettine nella loro silenziosa clausura restaurano libri antichi. E’ un minuscolo borgo densamente edificato con palazzi e cappelle religiose e dove ogni anno si organizzano concerti di musica sacra.
Riprendiamo il traghetto e ritorniamo ad Orta dove continuiamo la passeggiata nel borgo lungo la via panoramica lungolago. Ogni tanto ci fermiamo per entrare in una chiesetta, ammirare uno scorcio panoramico oppure ci incuriosiamo nell`entrare nei giardini comunali affacciati sul lago.
La Villa Bossi, sede del municipio, guarda proprio la costa di fronte con i comuni di Pella e più in alto la Madonna del Sasso.

Riprendiamo il nostro giro per salire al SACRO  MONTE.  La strada che ci porta fin sopra il promontorio di Orta San Giulio è suggestiva e anche qui lasciamo lo scooter nel parcheggio per inoltrarci a piedi all'interno dell'area sacra. Il complesso monumentale, Patrimonio dell'Umanità, è interamente dedicato a San Francesco ed è meravigliosamente inserito in un contesto naturalistico spettacolare. 
Il cammino devozionale  delle venti cappelle, che raccontano gli episodi salienti della conversione del Santo, hanno un punto d'arrivo nel Santuario. Il contesto naturale è sorprendente. Percorrendo l'intera penisola di Orta, offre visioni panoramiche a trecentosessanta gradi su tutto il lago. 


Scendiamo dal Sacro Monte per raggiungere il borgo di Legro. E' una frazione di Orta, su in collina. Da qui il lago non si può vedere, ma il borgo è un`attrazione in quanto “Paese Dipinto”. 
Le viuzze molto ben ordinate che arrivano tutte nella piazzetta centrale con la fontana, sono animate da grandi affreschi dipinti sulle pareti delle abitazioni. Artisti provenienti da tutta Italia e dall’estero hanno voluto ricordare scene di film che sono stati girati sul Lago d’Orta.

Il giorno seguente decidiamo di seguire l'altra sponda del lago. Se l'orientale è proprio a ridosso della costa, quella occidentale percorre una strada interna con paesi appoggiati su colline pedemontane. La prima tappa è Cesara dove ciò che ci colpisce maggiormente è il complesso Parrocchiale di San Clemente. In stile romanico rimaneggiato ha un lungo portico esterno da cui si domina tutto l'abitato.

Riprendiamo la strada panoramica che costeggia il lago fino ad arrivare alla deviazione per il Santuario della Madonna del Sasso. 

Lo si può vedere anche da lontano ma noi proviamo a raggiungerlo. La strada si arrampica su vie tortuose, incontra borghi, case sparse, e finalmente arriva al comune di MADONNA  DEL  SASSO. Il Santuario è appena fuori dall'abitato, immerso in un contesto boschivo dove, da un ampio pianoro, si accede alla Basilica. Appoggiato su una rupe granitica gode di una visuale del lago e della costa orientale alquanto spettacolare.

Scendiamo prendendo una strada che ci porta a Pella, piccola cittadina che costeggia il lago.


A PELLA si arriva deviando dalla strada principale fino al centro storico. Di fronte vediamo, in primo piano, l’isola di San Giulio e, proprio dietro, il paese di Orta. Sopra di noi la rupe della Madonna del Sasso. Il borgo si protende leggermente con un piccolo promontorio sul lago e una breve passeggiata lungolago ci fa arrivare all’imbarcadero dei traghetti. Noi arriviamo per l'ora di pranzo per cui ci fermiamo in uno dei ristoranti che si trovano in piazza Motta.
E’ l`ultima tappa prima di tornare verso Omegna. Riprendiamo lo scooter per percorrere la strada che ci avrebbe portato nuovamente sulla costa orientale.

L`ultimo giorno pensiamo di fare un giro con lo scooter lungo una delle valli esterne al lago: VALLE  STRONA

Appena fuori del centro abitato di Omegna seguiamo la segnaletica per Valle Strona. La strada si arrampica stretta lungo il corso del fiume Strona fino ad arrivare all'omonimo paese. Giù, in fondo, il corso d'acqua crea dislivelli e cascatelle e percorre silenzioso il suo percorso. Seguiamo ancora la strada e arriviamo quasi alla fine della vallata nel paese di Forno. E' molto piccolo arroccato sulla montagna, come del resto tutti i paesi che abbiamo visto lungo la valle, molto bel tenuto con vicoli stretti e case affiancate o a volte costruite una sopra l'altra. Ritorniamo all`area di sosta di Omegna, dove terminiamo il nostro piacevole viaggio.

COSA  ABBIAMO  IMPARATO

Percorrendo le vie del lago abbiamo imparato non solo a guardare ma, soprattutto a leggere ciò che ci sta attorno.
Il Lago d'Orta o Cusio si estende su due province: la parte più a sud fa parte della provincia di Novara e quella più a nord del Verbano Cusio Ossola. Molti comuni  fanno parte della Comunità Montana Due Laghi Mottarone Valstrona.

L'area territoriale delimitata a est dal Lago Maggiore e a ovest dal Lago d'Orta ha dato vita ad un progetto chiamato “Cuore Verde tra Due Laghi”  con lo scopo di valorizzare quest'area. A questo ampio progetto fanno parte anche l'Oasi della Vita visitata ad Omegna, il Santuario della Madonna del Sasso, Sacro Monte di Orta San Giulio o il Borgo di Pella. L'Associazione Culturale Asilo Bianco che sponsorizza il Cuore Verde tra due laghi, ha promosso l'opera di Simone Tasca lungo il canale Nigoglia ad Omegna e fa parte del progetto più ampio  “Paesaggio Contemporaneo”. Questi sono solo i luoghi che noi abbiamo raggiunto ma il sito offre molte altre opportunità di conoscenza.

Orta San Giulio è classificato  “Bandiera Arancione”  e fa parte della lista “I Borghi più Belli d'Italia”.
Sacro Monte San Francesco Orta San Giulio Patrimonio dell'Umanità all'interno del sito “Sacri Monti del Piemonte e Lombardia”.

Santuario della Madonna del Sasso all'interno de “Le Valli della Fede”. Un itinerario turistico tra cultura, natura, religione e lavoro dove  c’è la presenza di Santuari e Sacri Monti ma anche santuari considerati minori che sono inseriti in contesti naturalistici notevoli.

Legro nella lista de “Paesi Dipinti”.

Comuni della costa occidentale del Lago hanno partecipato al concorso “Comuni Fioriti”

Valle Strona e “Le Vie del Legno” come percorso artigianale nella lavorazione del legno.

DOVE  ABBIAMO  SOSTATO 
Area Camper Lago d'Orta – Via Caduti di Bologna- Omegna fraz.Bagnella (Vb)