Raccontare le
vacanze estive con questo grigio e freddo invernale ci è sembrata una buona
idea e così eccoci qui a ricordare la nostra bella settimana nella zona a nord
di Roma, la Tuscia Viterbese e il Lago di Bracciano.
Tarquinia |
Prima tappa dopo
una giornata di relax a Marina di Montalto di Castro è Tarquinia, città etrusca
e poi mediovale che merita di essere visitata con attenzione.
Famosa per le
tombe etrusche (che noi non abbiamo potuto visitare perchè era lunedì), è una
bella cittadina tranquilla dal cui belvedere si ammira l’intera valle
sottostante fino al mare.
Noi siamo entrati
nel centro storico dalla Barriera San Giusto, antica porta della città, dove proseguendo
diritti si arriva alla piazza del Palazzo Comunale, mentre se si svolta subito
a sinistra si raggiunge la parte mediovale, che è racchiusa all'interno di
doppie cinta murarie. Entrati dalla Porta di Castello si incontra il bel
Torrione detto di Matilde di Canossa e percorrendo il perimetro delle mura ci
si inoltra nel silenziosissimo borgo medioevale dove torri affiancate da chiese e antichi palazzi,
fontane e lavatoi ci fanno tornare a ritroso nel tempo…
Cerveteri |
Anche questa è
città etrusca per eccellenza, ma anche medievale e quello che noi andiamo a
visitare è proprio all’interno delle mura del castello.
La cittadina è
piuttosto moderna nel suo insieme e non particolarmente interessante, ma percorrendo
le vie del centro ci troviamo di fronte alla bella Torre dell'Orologio e,
entrando nel cortile del castello, troviamo a fare da cornice il Palazzo
Ruspoli del 1500, la Chiesa di Santa Maria Maggiore e la grande Torre dove è
allestito il museo cerite dedicato all'arte etrusca.
Usciti dal
castello attraverso la scalinata, curiosiamo ancora oltre le mura ed entriamo
nel Parco Granarone dove si sta allestendo il palco per un grande evento
serale.
Prossima tappa,
lago di Bracciano dove ci fermiamo per un paio di notti.
Castello Odescalchi - Bracciano |
L’area di sosta
che scegliamo è “Le Mimose”, localizzata in una posizione perfetta a metà tra
il centro di Bracciano e il lungo lago. Dopo aver sistemato il camper ed
esserci preparati per la serata decidiamo di salire fino al borgo e cenare lì.
La collocazione dell'area ci permette di avere un'ampia visuale del lago e raggiungere
comodamente il centro attraverso un stretto sentiero in salita.
All'entrata del
centro storico si presenta subito imponente il Castello Odescalchi, un ottimo
biglietto da visita per il piccolo borgo di Bracciano ed il suo lago. Il
castello purtroppo è chiuso e non riusciamo a visitarlo, ma piano piano ci
inoltriamo nelle strette vie e scopriamo bellissimi angoli suggestivi e
nascosti che non possiamo fare a meno di fotografare.
Percorriamo il
perimetro delle mura dentro e fuori e poi decidiamo di fermarci a mangiare una
pizza in un caratteristico ristorantino sotto il castello. Instancabili,
ripercorriamo ancora una volta le viuzze del borgo per rivederlo con le luci
della sera, e poi ritorniamo al camper.
Anguillara |
Vista la
bellissima giornata, il secondo giorno decidiamo di fare una gita sul lago con
la Motonave Sabazia. Anguillara Sabazia e Trevigliano Romano sono gli altri due unici comuni che si affacciano sul lago di Bracciano.
In lontananza
intravvediamo il primo borgo, Anguillara, che dal lago si presenta allungato,
ma allo stesso tempo raccolto sopra la passeggiata. Si affacciano vecchie case ben
restaurate e alcune seminascoste da colorate fioriture rampicanti.
Trevigliano è
riconosciuta dal Touring Club Italiano come “Bandiera Arancione” per accoglienza
turistica e ambientale. La cittadina è pulitissima e
tenuta molto bene dal punto di vista storico e numerosi sono anche i ristoranti
che si affacciano al lungolago.
In uno di questi ci fermiamo per il pranzo e assaporiamo alcune specialità di pesce di lago.
In uno di questi ci fermiamo per il pranzo e assaporiamo alcune specialità di pesce di lago.
Trevigliano |
Riprendiamo il
percorso inoltrandoci nella Tuscia Viterbese.
Sutri, città Bandiera
Arancione, è collocata sulla Via Cassia ed è un piccolo gioiello ricco di
storia che nasce nel periodo etrusco.
Sutri - Anfiteatro |
Provenendo da sud
ci colpisce subito il grande complesso della necropoli, un susseguirsi di tombe
e cunicoli che si affacciano sulla strada. Percorriamo a piedi la grande
collina fino ad arrivare ed entrare nell’anfiteatro. Scavato interamente nel
tufo, è possibile percorrerlo tutt'intorno, entrando ed uscendo dalle gallerie.
Una visita particolare merita il “Mitreo”, originariamente tomba etrusca, poi
tempio pagano ed infine chiesa Cristiana. Nascosto alla semplice vista e
scavato nel tufo è aperto dal custode solo su richiesta e per un numero
ristretto di persone. L’ambiente è molto suggestivo, e si pensa alla storia si
rimane incantati. Affreschi alle pareti riportano ritratti di santi e di
pellegrini che da qui passavano per percorre la Via Francigena che da
Canterbury portava a Roma.
La Porta Fraceta
che ci introduce nella città medioevale di Sutri invitava i pellegrini, che
arrivavano da Canterbury, ad una sosta prima di proseguire per Roma.
Il borgo è molto
tranquillo, e molto caratteristico con angoli nascosti e arredi urbani
particolari. Uno di questi è l'antico lavatoio tornato allo splendore dopo un recente
restauro della piccola piazza dove è collocato. La posizione è esemplare, dato
che da lì si domina tutta la vallata sottostante e l'acqua che sgorga è molto
rinfrescante, sopratutto in queste giornate torride! Riprendiamo a scoprire il
nucleo storico seguendo il percorso delle antiche mura prima di riprendere la
strada e proseguire per Viterbo.
Arriviamo a
Viterbo che ormai è sera e veniamo ospitati con il camper nel giardino di casa
di due cari amici: Gianpietro e Caterina. L'accoglienza che ci riservano è
molto famigliare e con grande entusiasmo ci accompagnano nella visita della
loro città.
Una volta entrati
nel centro storico rimaniamo affascinati dal quartiere San Pellegrino. E' una
zona di Viterbo alquanto caratteristica per i suoi edifici ricchi di
“profferli”, le antiche scale esterne tipiche del viterbese, i palazzi medievali
e le alte torri, a dimostranza della potenza delle antiche famiglie della città.
Viterbo - Quartiere San Pellegrino |
Ci fermiamo al
Museo della Macchina di Santa Rosa. Santa Rosa è la protettrice di Viterbo e ogni anno, in settembre, viene
venerata con una singolare processione dove un’alta torre (chiamata “macchina”)
viene sollevata e portata a spalle da un centinaio di uomini detti “Facchini di
Santa Rosa”. Il museo raccoglie le curiosità dell'evento e le riproduzioni, in
miniatura, delle macchine degli anni passati.
Proseguiamo la
passeggiata fino a raggiungere il Palazzo dei Papi, il simbolo di Viterbo.
La storia
racconta che il primo “conclave” si è svolto proprio qui, in questo palazzo e il
termine “conclave” deriva dal fatto che la cittadinanza viterbese nel 1271,
stanca del prolungarsi delle elezioni per il nuovo papa, ha pensato di chiudere
le porte del palazzo con le “chiavi” (da qui “conclave”), togliere i viveri e
scoperchiare la sala dove erano riuniti i cardinali affinchè lo Spirito Santo illuminasse
le loro decisioni. Dopo due anni Papa Gregorio X fu finalmente eletto.
Finita la nostra
visita a Viterbo, ci viene suggerito di intrapprendere due escursioni fuori
dalla città. Il giorno seguente raggiungiamo quindi il piccolo centro di
Bomarzo e poi proseguiamo per Vitorchiano.
Bomarzo - Parco dei Mostri
La cittadina di
Bomarzo è una “Bandiera Arancione”, ma purtroppo non abbiamo tempo per
soffermarci a visitare la città, in quanto lo scopo di questa escursione è
quello di vedere il famoso Parco dei Mostri.
Sfruttando anche le
pendenze del terreno si sono realizzate opere stravaganti, come una casa
pendente, una sirena, animali fantastici o reali, eroi e dei. Tutti in
dimensioni gigantesche. Una nota curiosa è che, dopo la morte del suo ideatore,
il parco fu abbandonato e solo nel secolo scorso i nuovi proprietari hanno
voluto restaurare tutte le sculture che nel frattempo erano state sepolte dalla
vegetazione. Una vetrina fotografica, che troviamo all'ingresso, dimostra lo
stato di assoluto abbandono del parco prima che fosse restaurato e i lavori che
sono stati intrapresi per rendere accessibile tutta la zona.
Anche Vitorchiano
è una Bandiera Arancione.
Noi lo vediamo prima da fuori,
da una delle terrazze panoramiche sulla strada, e poi dall’interno entrando da Porta Romana. Dall’esterno si presenta come un agglomerato di abitazioni costruite, e parte integrante, di una rupe. Dall'interno,è un borgo fortificato, un intricato intreccio di vie dove si affacciano in modo ordinato palazzi, chiese, torri, case. Qui il tempo sembra essersi fermato, con pochissimi negozi, silenzio e persone anziane sedute fuori a chiacchierare con gli amici..
da una delle terrazze panoramiche sulla strada, e poi dall’interno entrando da Porta Romana. Dall’esterno si presenta come un agglomerato di abitazioni costruite, e parte integrante, di una rupe. Dall'interno,è un borgo fortificato, un intricato intreccio di vie dove si affacciano in modo ordinato palazzi, chiese, torri, case. Qui il tempo sembra essersi fermato, con pochissimi negozi, silenzio e persone anziane sedute fuori a chiacchierare con gli amici..
Vitorchiano era
l’ultimo paese del viterbese delle nostra visita e ora ci ci dirigiamo verso
nord sulla via Cassia.
Raggiungiamo
l'area di sosta sul lago solo verso sera per cui, dopo una così lunga giornata,
pensiamo di cenare e di rimandare la visita all'indomani.
Il mattino
seguente raggiungiamo il borgo di Bolsena in bicicletta. Percorriamo il lungolago fino a raggiungere la porta al borgo
antico, anche questo Bandiera Arancione. Parcheggiamo le biciclette e, dentro
le vecchie mura castellane, saliamo, attraversiamo piazzette, percorriamo
vicoletti lastricati fino ad arrivare al Castello Monaldeschi da cui si vede il
lago.
Scesi dal
Castello andiamo a visitare la Basilica di Santa Cristina che ci porta a
conoscere il Miracolo dell'Eucarestia accaduto nel 1263. Un sacerdote durante
la messa avrebbe dubitato della presenza di Cristo nell’Eucarestia e l’ostia ha
sanguinato. Nella Cappella è ancora custodito l'altare dove sono visibili le
macchie di sangue sgorgate dall'eucarestia, mentre i paramenti, anch'essi macchiati,
sono ora conservati nel Duomo di Orvieto.
Una storia molta
antica, ma che ancora oggi viene ricordata nel giorno del Corpus Domini,
festività istituita dopo questo evento.
Eccoci alla fine
del nostro viaggio e sulla via del ritorno. Il Lazio e soprattutto questi
piccoli paesi sono ancora poco conosciuti, ma assolutamente da scoprire e
visitare. Ogni angolo ha una storia molto antica e il solo ascoltare o leggere le storie e le leggende di ciascun paese affascina e incuriosisce.
Dove abbiamo sostato
Marina di
Montalto di Castro : AA “Il Pioppo”
Lago di Bolsena :
AA “ Le Mimose”
Lago di Bolsena :
AA “ Parking per Camper Guadetto”
Elena e Anna
Elena e Anna