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lunedì 7 marzo 2016

VENEZIA - Una giornata insieme a buona musica (11 ottobre 2015)

Già da anni il coro I cantori del Caldone partecipa ad eventi musicali d'alto livello in Italia e all'estero ed io in molte occasioni li ho seguiti per ascoltarli. Ma questa volta, a Venezia, si sono superate tutte le aspettative. 

I cantori del Caldone nascono 38 anni fa in un piccolo paese della Pianura Padana nella provincia di Mantova. Il nome “Caldone” viene adottato in quanto a Cerlongo, loro sede, passa un torrente dalle acque calde, che nasce come sorgiva ai piedi delle colline moreniche. Il motto inciso nello stemma del coro “Amicitia voix et praeterea nihil”, ha portato in tutti questi anni un susseguirsi di amici che insieme hanno cantato e condiviso emozioni. Questo evento a Venezia è stato preparato con il contributo di Verona Garda Estate, dedita all'accoglienza e all'organizzazione di manifestazioni musicali con cori provenienti da tutto il mondo. La giornata è iniziata con un bellissimo sole autunnale ancora caldo e il coro con tutti gli amici accompagnatori arrivano in pullman a Venezia di buon mattino pronti ad incamminarsi verso la Basilica dei Frari, dove avrà luogo la  prima esibizione musicale. 

I coristi e Nerile, la loro maestra, si ritrovano davanti al sagrato e, presi dall'entusiasmo del momento, cominciano ad intonare alcuni brani. Un folto gruppo di turisti si ferma incantato ad ascoltare le magnifiche melodie che avvolgono l'intera piazza. Alcuni interessati si fermano a chiedere informazioni. Arrivato il momento di entrare in Cattedrale l'emozione è fortissima. Il coro si prepara e la maestra inizia a dare le prime note dei canti che accompagnano la Messa. La musica avvolge quel luogo sacro come in un incanto. La platea ascolta silenziosa con attenzione fino a quando, ai piedi dell'altare maggiore sotto la Pala del Tiziano, il gruppo si pone per esibirsi in concerto. L'esibizione è perfetta e il gruppo si allontana lungo la navata centrale della Basilica verso l'uscita. Il gruppo si ricompatta e dopo una breve passaggiata lungo le calli arriva al ristorante per un momento conviviale. Il programma del pomeriggio è molto ricco ed inizia con l'arrivo al Teatro Fenice dove ci attende il Direttore artistico Fortunato Ortombina

Di origini mantovane, e più precisamente goitesi, ci accoglie con molto entusiasmo nel teatro “più bello del mondo”. Dopo l'incendio del 1996 è stato ricostruito secondo il motto “com'era e dov'era” ed in effetti, l'impatto è abbagliante. Dallo scalone d'onore si raggiunge una delle Sale Apollinee riccamente decorate con stucchi dorati e imponenti lampadari di mille luci, mentre l`emozione più forte si prova all`ingresso della Sala Teatrale: cinque ordini di palchi ricostruiti com'erano prima dell'incendio ma ancora più dorati e luminosi. Ci accomodiamo per ascoltare i nostri coristi esibirsi. Nerile è molto emozionata. Lei, giovane soprano e concertista, accompagna il gruppo in alcuni canti, attenta e sicura in quel grande Tempio della musica. Usciti dal teatro i coristi s'intrattengo con il maestro Ortombina per un ultimo saluto e ringraziamento, e poi c'incamminiamo tutti verso Piazza San Marco. Alle diciotto il coro ha un nuovo appuntamento in Basilica di San Marco per accompagnare la Santa Messa. 

Non appena entrati i nostri coristi prendono posto nell'abside, dove si trova l'altare, pronti e preparati per arricchire la cerimonia con canti religiosi. Nell'attesa, noi tutti ci guardiamo attorno affascinati e incantati dal luogo in cui ci troviamo. Lo spazio è ricco di suggestioni, i mosaici bizantini dorati sono l'elemento dominante e coprono ogni parete, le cinque cupole che sovrastano l'altare e le volte della basilica. La Messa inizia e i canti catturano i fedeli che ascoltano con rigoroso silenzio. La luce soffusa che entra dall'alto e la musica che avvolge il luogo sacro, crea un'atmosfera mistica. Le parole dei sacerdoti, gli intervalli canori, le risposte dei fedeli, e di nuovo musica... L'esperienza di questa giornata è stata unica per i nostri Cantori e per tutti noi amici che insieme abbiamo provato grandi emozioni. Come disse Allain Leprest, cantautore francese, “La canzone è un’arte popolare che parla a tutti, serve come password tra me e te, tra noi e loro“.