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sabato 13 maggio 2017

GENOVA... CASELLA 28 aprile – 1 maggio 2017

La Ferrovia e i Forti di Genova

La base per questo nuovo incontro di primavera è stata scelta nella cittadina di Casella in provincia di Genova. Il luogo ha per noi un'importanza logistica in quanto è da qui che parte un Trenino Storico che a diverse tappe attraversa l'Appennino per arrivare in Stazione Manin a Genova. In questi giorni sarà il nostro mezzo di trasporto per raggiungere l'entroterra ligure.
La trasferta di questo lungo ponte del primo maggio ha raccolto l'adesione di un'altra associazione culturale proveniente dalla provincia di Mantova: I Cantori del Caldone, che ha scelto di trascorrere insieme a noi queste giornate di festa. Ci ha accompagnato il Gruppo Storico Fieschi, importante divulgatore di storie legate al territorio. 
Il giorno seguente all'arrivo il programma prevede una lunga passeggiata in un ambiente naturalistico tra terra e mare. Al mattino saliamo sul trenino, composto di poche carrozze rigorosamente storiche, con sedili in legno e con il suo procedere lento lungo un percorso di forti pendenze e strette curve, parte da un'altezza di 458 mt. per poi raggiungere il mare.  
La stazione di Campi è il punto di partenza per l'escursione al giro dei Forti. Il sistema difensivo che Genova ha voluto costruire nel corso dei secoli ha portato ad avere dei baluardi e delle cinte murarie imponenti, raggiungibili mediante svariati sentieri immersi in una natura incontaminata. Il gruppo è molto folto e tutti insieme ci incamminiamo per raggiungere Forte Puin, in genovese “Padrino”, meta di una prima sosta. 

Il sentiero si fa tortuoso e già da lontano si comincia a scorgere con la sua maestosità Forte Diamante, il più imponente di tutti. Solo qualcuno decide di raggiungerlo, visto che per la pendenza il sentiero si fa impervio. La maggior parte del gruppo prosegue lungo la meta prefissata. Intanto, si arriva  a pianori da dove si può avere una visione d'insieme della città di Genova. La giornata è splendida e con un buon cannocchiale la vista raggiunge perfino le lontane coste della Corsica. Ci guardiamo attorno e ad ogni curva, ad ogni angolo, appaiono alla vista fortificazioni rimaste nei secoli o resti, come il Forte Maggiore, demolito per fare posto, in tempi recenti, a postazioni antiaeree. Dopo una giornata così intensa riprendiamo il trenino per raggiungere Casella Paese e godere di una serata di musica in compagnia del Coro nella bella  Parrocchiale di Santo Stefano. Risalente al secolo XVIII, la chiesa ha una facciata maestosa che si affaccia su un'ampia piazza. Internamente ha una lunghezza doppia della larghezza, un tempo intonacata di bianco per far risaltare al meglio il gioco di luci e ombre delle nicchie laterali, ora invece è riccamente affrescata con storie della vita di Santo Stefano. A forma ellittica, con due fuochi, permette di avere un'acustica eccezionale. 

Durante la messa i coristi accompagnano la celebrazione con alcuni canti religiosi e subito la musica avvolge ognuno di noi. Di seguito prendono posto per un concerto la cui esibizione colpisce d'incanto tutta la platea. L'incalzare della musica ci permette di trascorre una bellissima serata, anche dopo quando, al termine del concerto, ci raccogliamo tutti in amicizia per un momento conviviale. La serata finisce, ma il giorno seguente ci ritroveremo il giorno seguente di nuovo in viaggio sul trenino storico alla volta di Genova.
Ancora una giornata di sole, il treno scende. Dai finestrini si scorge il paesaggio che il giorno prima avevamo attraversato a piedi: il Forte Diamante, imponente a guardia del territorio e... le altre fortificazioni minori. Dentro e fuori gallerie che tagliano montagne, il trenino procede offrendo scorci di mare e viste sulla città, che si erge verticale e compatta. La linea ferrata arriva alla stazione Manin e da qui si raggiunge facilmente il centro città. Il gruppo, che occupava due carrozze, ora si ricompatta folto per proseguire alla volta del Porto Antico. Durante l'attesa delle guide che ci avrebbero accompagnato nel centro storico più ampio d'Europa, sostiamo per un momento conviviale nell'ampia area adiacente il bacino portuale. Nella Piazza Caricamento, più volte rimaneggiata, dove ora è la metropolitana di Genova, il mare arrivava fino ai Portici. Da un'antica storia, nasce una città che ha il fulcro nello scambio di merci e nel rapporto tra uomini di etnie diverse. Dal 1133 è stato costruito questo lungo porticato di un chilometro che si affaccia al porto per proteggere le fondazioni di quelle abitazioni che venivano lambite dal mare. Da qui, Sottoripa, sotto la riva. Possiamo immaginare un vociare di camalli, uomini che con i loro carichi sulle spalle portavano le merci dalle navi nei fondaci, magazzini di stoccaggio, commercianti che nei propri scagni, uffici, si appartavano per concludere buoni affari, carretti che venivano trasportati a mano lungo i carrugi, per depositare le merci in altri sottoportici lungo le calli strette della città. E' tutto un fervore di commercio di spezie, pietre preziose, pelli e quant'altro abbia un alto valore economico. I mercanti si incontravano poi nella piazza Banchi, così chiamata proprio per la presenza dei banchi dei notai, e lì facevano buoni affari. La Loggia della Mercanzia è il cuore dell'attività del tempo. 
Intanto i Portici di Sottoripa con gli anni hanno cambiato la loro funzione iniziale, un po' per le distruzioni delle guerre, un po' perché i locali hanno modificato il loro stato d'uso. Nonostante tutto si può comunque assaporare ancora un profumo di antico, soprattutto leggendo il nome delle strade, come via Orefici, zona di famiglie ricche ove i portali delle abitazioni sono decorati da rilievi; in città se ne contano ben 102. I vicoli genovesi hanno la caratteristica che, raggruppando in essi botteghe artigianali, prendono il nome dell'attività svolta: Piazza Pellicceria, salita Pollaiuoli. In questo senso, “andar per botteghe”, è un raccontare la storia del passato vissuta nel presente. 

Nel cuore di vicoli possiamo imbatterci nella confetteria Romanengo che fin dal 1780 ha saputo mantenere un'atmosfera magica sia negli arredi interni che nella qualità dei suoi dolci. La caffetteria e pasticceria della famiglia Klainguti, originaria della Svizzera, arrivata a Genova per partire alla volta dell'America e poi affermatasi in città per la deliziosa pasticceria. La nostra passeggiata prosegue in Via dei Macelli, ove nel lontano medioevo era nata una corporazione che raggruppava questa categoria. Altra sosta è la Tripperia Casana, oggi chiusa al pubblico, in quanto domenica. Senza dimenticare i luoghi vissuti dal cantautore Fabrizio De Andrè, che continua a raccontare come un menestrello e in lingua originale genovese, il vissuto della sua città, tra i colori, i profumi, ma anche la gente protagonista di amore, prostituzione, contrabbando. Un bar, una via ... del Campo, ci ricorda una sua canzone.
Casana

Nel dedalo di questa città, che per secoli ha visto mutare il suo aspetto, un elemento accomuna il tutto, ed è il potere del commercio. Il centro storico di Genova era anticamente suddiviso in sei rioni, ciascuno dei quali corrispondeva ad un sestiere, in quello del molo, nei pressi dia Porta Soprana rimangono a tutt'oggi resti di mura a difesa della città. I Sestieri non sono altro che quartieri, come del resto va ricordato a Venezia, e a Genova se ne contano sei.  In un angolo, una piccola insegna indica la casa di Cristoforo Colombo, nei cui pressi osserviamo il primo grattacielo d'Italia costruito in età fascista.
Percorrendo le vie della città scorgiamo palazzi, che fin dalla storia delle Repubblica erano un emblema della potenza marinara. Il Palazzo Ducale con l'attigua Torre del Popolo è stato la residenza dei Dogi. Simone Boccanegra fu il primo a prenderne possesso, anche se ben presto ne perse il potere forse avvelenato dai suoi rivali. Tra gli edifici scorgiamo l'antica Torre della Grimaldina, adiacente al Palazzo Ducale, che può raccontarci molte storie avvenute all’interno delle sue carceri. 
Tra i caruggi si aprono piazzette e chiese che richiamano l'attenzione per la particolarità della loro collocazione. Una di queste è senz'altro la chiesa di S. Pietro in Banchi. La storia racconta che essa fu costruita con i proventi degli affitti dei negozi sottostanti come del resto avvenne anche per la Loggia dei Mercanti. Attualmente la chiesa appoggia su un basamento di negozi e magazzini, sopraelevata alla piazza. 
La Parrocchiale di San Matteo, anch'essa racchiusa nella piccola piazza omonima, colpisce per la facciata in marmo bianco e nero. Siamo in quello che un tempo era l'insediamento dei Doria e la storia della famiglia è incisa sul marmo bianco della facciata. Numerosi sono i palazzi gentilizi che si susseguono lungo il nostro cammino e certamente tutti meriterebbero una maggiore attenzione. 
I Palazzi dei Rolli sono sontuose residenze concentrate per la maggior parte lungo la “Strada Nuova”. 




Tra il 1500 e 1600 quest'area, appena fuori dal nucleo storico, era molto povera, per cui l'acquisto della stessa avvenne per pochi denari. In seguito, le 20 famiglie nobiliari della città, tra cui i Fieschi, i Grimaldi, gli Spinola, i Doria, costruirono ben 120 sontuose dimore dando prestigio alla zona. La particolarità delle residenze è che esse vennero riconosciute come dimora di rappresentanza per visite di stato. L'ospite di passaggio in città, a seconda della sua importanza, veniva accolto nella dimora assegnata per sorteggio tra i palazzi appartenenti a quella data categoria. In tutta la città sono 42 i Palazzi Patrimonio dell'Unesco e la maggior parte sono concentrati lungo la Strada Nuova. Il Rollo era semplicemente un foglio di carta arrotolata in cui erano censite in base alla loro grandezza e maestosità le residenze, in tre categorie d'importanza.
Al termine della visita della città ritorniamo con il solito trenino a Casella Paese ed in serata assisteremo al secondo concerto dei Cantori del Caldone presso il Teatro Don Botto a Savignone.
Nell'ultimo giorno veniamo accompagnati da Andrea Tacchella, personaggio di spicco del Gruppo Storico Fieschi, per una visita di Casella. Al tempo dei Longobardi il nome della località era Redigabio, fulcro abitativo e sulla Via del Sale, che collegava Genova alla Pianura Padana, sulla Via Maresca nel senso inverso. Sulla Piazza XXV Aprile, si affaccia il Palazzo Fieschi, dove si pagava il dazio. Sulla facciata compaiono ancora due stemmi della famiglia. Risalendo verso la collina la “casa del macello” segna il tempo con due orologi solari sulla parete ed era punto di riferimento per regolamentare il mercato medioevale.
Ultima tappa è l'Oratorio di Sant'Antonio Abate. In esso è da sempre la sede della Confraternita fondata nel maggio del 1556 da un sacerdote proveniente da Forlì e fermatosi a Casella dopo aver saputo che mancava il parroco. 
La pavimentazione antica dell'Oratorio proviene dalla fornace del paese fatta costruire dalla Famiglia Fieschi. 
La descrizione dettagliata dell'oratorio da parte del Priore della Confraternità mette in evidenza i due giganteschi crocifissi che vengono portati durante le processioni religiose; l’attenzione si pone sui due Cristi: uno nero in legno d'ebano, più prezioso, l'altro bianco in legno povero. 
La nostra ultima uscita è stata molto positiva anche grazie alla buona collaborazione di tre associazioni: Camminare InCamper, i Cantori del Caldone e il Gruppo Storico Fieschi, che, pur arrivando da realtà diverse, hanno collaborato alla buona riuscita di tutte le attività. 
Un grazie a tutti.