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domenica 2 maggio 2021

BOLZANO E LE DOLOMITI. PATRIMONIO DELL'UNESCO

Eccomi ancora qui a raccontare la lunga estate appena trascorsa e questa volta immersa nelle montagne più belle del mondo, le Dolomiti.


La scelta è stata dettata dall'invito degli amici Valter e Madda, che amano fare lunghe passeggiate alla scoperta di sentieri e scorci panoramici; a noi si sono uniti anche Sebastiano e Domenica, una buona compagnia per trascorrere delle giornate tra borghi e malghe della Val di Funes.

Noi ci siamo presi qualche giorno di vacanza in più e, prima di incontrarci con gli amici, ci siamo fermati a Bolzano, capoluogo della regione autonoma dell'Alto Adige sin dal 1948 e regione fra le più ricche d'Europa: porta d'ingresso delle Dolomiti, raccoglie nel suo centro storico i segni di una città cosmopolita in quanto,  un tempo, incrocio di commerci tra Italia e Germania. Il salotto cittadino è Piazza Walther , cuore pulsante di Bolzano, dove si tengono nel corso dell'anno numerose manifestazioni e il suggestivo mercatino di Natale. La cattedrale imponente svetta con il suo campanile di 65 mt, attorno si diramano numerose vie signorili, dove i turisti si intrattengono tra vetrine e bar, per degustare i prodotti locali: birre, pane cotto in forno a legna, speck, mele, formaggi d'alpeggio, dolci, biglietti da visita per una città  molto accogliente.

Raggiungiamo l'altopiano del Renon in scooter. Partendo da valle, una curva dopo l'altra, ci portiamo a mille metri di altitudine e lassù troviamo un paesaggio  baciato dal sole con una vista a 360°. L'altopiano è facilmente raggiungibile con una funivia: sospesi nel vuoto il panorama lascia senza fiato. Un trenino storico ora collega i paesi dell'altopiano, mentre, fin dai primi anni del novecento, univa il centro di Bolzano con il Renon, luogo dove i bolzanini trascorrevano le loro vacanze  per fuggire dalla calura estiva.

Una passeggiata ci porta lungo il sentiero verso le Piramidi di Terra, suggestivo luogo naturale che nel corso dei millenni ha creato una serie aggregata di pinnacoli. Dal belvedere le rocce sono così vicine che si possono quasi toccare, mentre in lontananza si possono ben distinguere le meravigliose montagne dello Sciliar o il Catinaccio e tutta una corona di vette. Ritorniamo a Soprabolzano, vivace e animato borgo, stazione a monte della funivia e del trenino storico. Appena fuori dal centro, presso il maso Kaserhof, una colonia di lama e alpaca ci sorprende piacevolmente . In questo panorama altoatesino e' strano incontrare animali esotici  che vagano indisturbati, con i loro grandi occhi e il loro lungo pelo arruffato. Lasciata Bolzano riprendiamo il viaggio e raggiungiamo Bressanone per incontrare gli amici presso il Camping Loewenhof  punto sosta per la vacanza.

Bressanone, l’abbiamo gia’ visitata piu’ volte, ma in queste giornate ci è data l’occasione di approfondire la sua storia e i suoi angoli più nascosti: elegante città altoatesina alla confluenza della Val Pusteria con la Valle Isarco, vanta di essere la più antica del Tirolo; per molti anni fu dominata dai Principi Vescovi che ne fecero una capitale rinascimentale con evidenti segni barocchi. Il Duomo con le due torri laterali primeggia nell'ampia piazza ed è uno dei più importanti dell'arco alpino. Un piccolo varco ci introduce nel Giardino dei Signori del Palazzo Vescovile, un tempo adibito al riposo, alla meditazione del clero e solo dal secolo scorso  aperto al pubblico. Tra aiuole di fiori ed erbe profumate, piccoli passaggi portano alla centrale fontana in bronzo  attorno alla quale ci si può riposare su panchine all'ombra di alberi. Entriamo nel grande cortile interno del palazzo Vescovile, residenza dei vescovi fino al 1973, quando la sede fu spostata a Bolzano. Tutto attorno corre il loggiato rinascimentale, nel  mezzo la fontana di Franz Kehrer. Insieme alla guida proseguiamo con il giro del centro storico. Le case alte e strette sono vicine le une alle altre,  le botteghe si affacciano lungo i portici e nel retro i magazzini testimoniano una rete urbana tardo medioevale. Storici ristoranti accolgono il turista con menù tipici altoatesini e negozietti fanno assaggiare e degustare i formaggi d'alpeggio tipici delle valli.

Da Bressanone ci spostiamo in bus nella Valdi Funes, piccola valle, perla delle Alpi, incastonata sotto le montagne delle Odle. La strada molto tortuosa si dirama dalla statale del Brennero per salire fino alla Malga Zannes, ultima stazione di arrivo. Chilometro dopo chilometro attraversiamo San Pietro e Santa Maddalena con panorami da fiaba sul Sass da Putia. Le parole hanno poco da dire, gli occhi guardano estasiati i colori della natura, il verde dei prati, il marrone dei boschi, le baite sparse qua e là, la chiesetta solitaria di San Giovanni a Ranui con le Dolomiti che fanno da cornice. Arrivati al termine della strada, Zannes è la prima baita che incontriamo e da qui i sentieri naturalistici ci introducono nel cuore della valle. I percorsi sono tutti numerati e con una buona mappa si possono organizzare delle belle passeggiate verso le malghe. Il primo giorno prendiamo il sentiero 25 e, passo dopo passo, raggiungiamo Kaserill Alm un incantevole terrazzo al sole con tavoli e sdrai ergonomici per potersi rilassare. L'ora del pranzo è l'occasione per assaggiare gli ottimi formaggi preparati nel caseificio della malga e non solo. La “merenda” contadina è una sorta di tagliere con le tipicità gastronomiche dell'Alto Adige. Non è certo uno spuntino per spezzare la giornata, ma un vero pranzo con salamini affumicati i  "Kaminwurzen", speck e formaggi, accompagnati da sottaceti e bicchiere di vino. Suggestivo è il “giro delle malghe” che ci permette di trascorrere un'intera giornata tra camminate nei boschi e soste nelle baite seguendo il famoso sentiero Adolf Munkel. La fatica dei tredici kilometri non si sente, con brevi saliscendi percorriamo a mezza costa il sentiero delle Odle fra tratti soleggiati e altri più freschi, mentre loro sono sempre lì ad accompagnarci per tutto il tempo. Poi, tutto ad tratto, si arriva ai pascoli dove si trova la Malga Glatsch.  Una sosta con una tazza di yogurt di montagna non poteva certo mancare prima di proseguire il nostro cammino verso altre scoperte. La Malga Geisler è la seconda che incontriamo, ogni sentiero è molto ben segnalato e numerato per cui è molto facile  percorrerlo. Ogni rifugio ha una visione tutta sua della catena delle Odle, per cui le possiamo vedere sotto ogni angolazione. Il panorama è unico, da togliere il fiato, e noi ci sentiamo spettatori privilegiati di questo spettacolo.

A Malga Casnago ci fermiamo per il pranzo. Molta gente è arrivata fin quassù e certamente la collocazione del rifugio è strabiliante: tutto attorno prati verdi e, dietro alla malga, la cresta delle Odle a fare da corona... Il giro ad anello delle malghe ha come ultima sosta la Dusleralm. Su una distesa di prato i giochi intrattengono i più piccini mentre gli adulti si fermano a riposare e a far merenda con un buon dolce. La discesa, per un tratto, è su un sentiero, che in breve ci fa perdere quota, ma poi decidiamo di prendere la facile strada forestale per arrivare al parcheggio del Rifugio Zannes. Il giorno non è ancora finito, e ben presto decidiamo di trattenerci ancora in vallata e trovare un buon punto panoramico per attendere il tramonto, quando le Dolomiti cominceranno a tingersi di rosso. Ho fatto una ricerca ed  ho scoperto che esiste un particolare fenomeno naturale che permette alle rocce di colorarsi e si chiama “enrosadìra”. E' un termine ladino, la lingua antica delle popolazioni delle Dolomiti, che spiega come il carbonato di calcio e di magnesio della dolomia accendano le pareti rocciose, sviluppando colori che vanno dal giallo chiaro al rosso fuoco, per poi virare in vari livelli di rosa e viola, fino a scomparire nel buio della notte. Con il passare delle ore la montagna  ha premiato la nostra attesa e lo spettacolo del tramonto ha reso questa giornata indimenticabile.

Vipiteno è facilmente raggiungibile da Bressanone con il treno, percorrendo la Valle Isarco, e, con una breve passeggiata, dalla stazione ferroviaria si arriva agevolmente nel centro storico. Uno dei Borghi più Belli d'Italia, è sempre stato fin dal medioevo luogo di ristoro per viaggiatori e pellegrini di passaggio, ultima tappa prima di varcare il confine. La cittadina si sviluppa su un'unica via centrale percorsa da portici con passaggi stretti che  collegano a strade secondarie. Le facciate color pastello con caratteristiche insegne in ferro battuto indicano botteghe e osterie, ricordando un tempo passato dove viaggiatori si fermavano per rifocillarsi. Proprio a metà via colpisce la nostra attenzione la Torre delle Dodici, alta 46 mt , che scandisce l'ora del mezzogiorno con il suo grande orologio. Simbolo di Vipiteno separa la Città Vecchia dalla Città Nuova, ricostruita dopo l'incendio del 1443. Un'ampia piazza accoglie i tavolini dei bar: d'estate ospita la Festa delle Lanterne e d'inverno è sede del caratteristico mercatino di Natale. Noi cerchiamo di curiosare qua e  là per scoprire angoli nascosti, poi ci soffermiamo nei pressi del Municipio, un monumento architettonico che merita una visita, anche se in questo momento particolare è poco visitabile : e' un edificio importante per la città, in esso si tennero nei secoli numerosi eventi ed incontri diplomatici europei. Raggiunto il primo piano entriamo nella storica sala consiliare gotica interamente rivestita di legno: soffitto a cassettoni, pareti rivestite in legno e, tutto intorno,  banchi anch’essi in legno. Una bellissima stufa in maiolica verde riscalda la stanza.

L’ultima tappa del nostro soggiorno altoatesino la raggiungiamo a piedi, a pochi minuti di cammino dal nostro campeggio ed è l'Abbazia di Novacella. E' un ampio complesso abbaziale risalente ai primi decenni del millecento, quando l'allora Vescovo di Bressanone la volle costruire a tre chilometri dalla città. Nei secoli è stata più volte ricostruita in seguito ad incendi e rimaneggiata per volontà dei monaci benedettini che tutt'ora vivono al suo interno. Durante la seconda guerra mondiale venne utilizzata come magazzino militare , distrutta e poi ricostruita, oggi ospita un convitto, una cantina ed è anche un prestigioso centro congressi. Il Dominio feudale dell'Abbazia ha vantato nel corso degli anni molti possedimenti, grazie a donazioni nobiliari e a ad interventi di bonifica. Appena fuori delle mura ci si può inoltrare nell'ampio vigneto che si estende fin sulla collina. I vini che vengono prodotti sono anche il frutto della raccolta di contadini che portano le loro uve nell'Abbazia per essere poi lavorate. Una ricca cantina all'interno della cittadella è molto rinomata per la qualità del vino. Entrando poi nell'ampia sala della Biblioteca, si rimane estasiati da tutti quei manoscritti che risalgono al medioevo. Un respiro di profonda cultura ci circonda in quello spazio con circa 98.000 libri che in qualche modo raccontano la storia dell'Abbazia. E' un camminare lento per passare da un ambiente all'altro, percorrere il chiostro affrescato, entrare nella chiesa abbaziale piena di luce ed ammirare gli stucchi e gli affreschi di artisti tirolesi, che fin dal 1200 hanno voluto lasciare un'impronta del loro passaggio. Visitare il ricco museo in un susseguirsi di oggetti religiosi e  tavole a portella d'altare dipinte su legno fa capire che l'Abbazia era al centro di scambi culturali che hanno lasciato segni indelebili.


COSA  BISOGNA  CONOSCERE

Quando si programma un viaggio in Alto Adige è importante documentarsi sull'offerta che quel territorio offre ai suoi ospiti-turisti. Ogni città dà la possibilità al turista che soggiorna in una struttura ricettiva di ottenere gratuitamente una CARD per muoversi all'interno di quel territorio. La card permette di viaggiare liberamente coi mezzi pubblici, di visitare musei e partecipare a visite guidate organizzate

- BozenCard

- RittenCard per visitare l'altipiano del Renon

- BrixenCard

 

DOVE ABBIAMO SOSTATO

Bolzano – Sosta Camper Bolzano Via Maso della Pieve 12

Bressanone – Camping Lowenhof

Noi per le soste consultiamo il sito CamperOnLine


COSA DOBBIAMO SAPERE

applicazione MOOVIT per muoversi con bus e treni


domenica 31 gennaio 2021

PROFUMI E COLORI DELLA VALNERINA - Estate 2020

I ricordi dell’estate riaffiorano in queste giornate di solitudine forzata portata dalla pandemia. Ci fa piacere ripensare alle vacanze trascorse con gli amici di sempre e raccontarvi la nostra esperienza a Norcia nell’estate 2020. 


Ci troveremo con il gruppo direttamente a Norcia ma noi, prima di raggiungerlo, ci fermiamo nel borgo di Verghereto, piccolo centro dell'Appennino Tosco-Romagnolo. L'area sosta per i camper è un buon punto di appoggio per decidere di spostarci con lo scooter lungo la strada che si snoda tortuosa all'interno di boschi di faggi. Al valico del Monte Fumaiolo lasciamo il mezzo per proseguire a piedi il breve tratto di sentiero fino a raggiungere le Vene del Tevere. Su una stele in marmo, sormontata da un'aquila, eretta in questa radura di faggeta, è inciso:  “Qui nasce il fiume sacro ai destini di Roma”. Più a valle, nel comune di Balze, vedremo la prima cascata che le acque formano, per poi continuare il loro percorso verso la capitale. Una nota storica al riguardo ricorda che fino al 1923 questo territorio apparteneva alla Toscana prima di essere sottratto da Mussolini e includerlo nella Romagna. Dopo questa breve tappa proseguiamo e il paesaggio raccoglie ancora i segni dell'ultimo terremoto, poco o nulla si è fatto per la ricostruzione. Con lo scooter decidiamo di spostarci nei paesi limitrofi a Norcia. Preci e Campi, seppur piccole frazioni, hanno storie centenarie che purtroppo sono state rese quasi invisibili dagli ultimi terremoti. Il Castello di Campi è a gradoni lungo il pendio della collina e richiama la nostra attenzione. Anche qui i resti del bellissimo maniero ricordano il sisma degli ultimi anni. Lungo il fiume Nera sorgono borghi arroccati in posizione difensiva sospesi nel tempo e nello spazio come a guardarsi l'uno con l'altro.  Vallo di Nera fa parte dell'associazione dei Borghi più Belli d'Italia. Superato il vallone la strada si snoda tra alberi di querce fino ad arrivare alla porta d'ingresso del castello. Il primo approccio è l'ampia piazzetta dove sorge la Chiesa di Santa Maria Assunta per poi proseguire tra vicoli, su e giù per scalinate, all'interno di mura medioevali in un susseguirsi di case in pietra restaurate dopo il terremoto del 1979. Tutt'intorno il verde, a perdita d'occhio, rincorre l'andatura delle montagne.  Ritornati sui nostri passi e percorrendo la Valnerina, i punti d'interesse sono molti per cui decidiamo di arrivare a Postignano. Dopo dieci chilometri da Borgo Cerreto il castello sovrastato dalla sua torre di avvistamento appare raccolto in un pugno di case.  Dopo un periodo di totale abbandono, l'abitato è stato acquistato e successivamente restaurato da una società privata con il patrocinio della regione Umbria, per farne un albergo diffuso. E' una sensazione unica passeggiare tra le viuzze del borgo, angoli che ad ogni giro di volta ci danno una visuale sulla natura circostante o fermarsi a sorseggiare un caffè sul poggio di un belvedere.

Il luogo di ritrovo con il gruppo di amici con cui è stato organizzato il viaggio è presso Il Casale de li Tappi. Punto di partenza per le nostre escursioni organizzate come da programma, il casale è un'azienda ad ampio raggio nella lavorazione e vendita di carni, custode del suino nero allevato con un rigoroso disciplinare di produzione come garanzia del prodotto finale. La passeggiata con il gruppo Camminare In Camper procede lungo il tratto della vecchia ferrovia che partendo da Norcia, appena fuori il nostro campo base, costeggia il fiume Sordo. Il sentiero è tutto pianeggiante e dopo sei chilometri, superata una breve galleria, si arriva alla stazione di Serravalle. In questo punto s'incrociano le strade che da un lato arrivano a Cascia e dall'altro proseguono per Spoleto. La casa cantoniera in questo punto di arrivo è ritrovo per gli appassionati di rafting che sull'acqua trovano un divertimento unico governando le imbarcazioni sulle rapide del fiume. 

Il vero obiettivo di questo viaggio era però ammirare la Fioritura delle lenticchie di Castelluccio di Norcia. Evento unico che avviene una volta all'anno durante un breve periodo estivo, la fioritura richiama moltissime persone da tutta Italia, incuriosite dalla bellezza dei colori dei campi coltivati a lenticchie.

Castelluccio è una piccola frazione di un pugno di case arroccate su una collina nell'immesso Piano Grande a ridosso dei Monti Sibillini e proprio sotto il monte Vettore. Si arriva da Norcia dopo trenta chilometri e il punto da cui partire per ammirare la fioritura è al valico, al di là del quale si scende per inoltrarsi tra i prati variopinti. Da qui si ha la visuale più ampia di tutta l'area: pennellate di rosso, azzurro, bianco e giallo ricoprono grandissimi campi davanti a noi. Sono i colori dei fiori che crescono spontanei a difesa del bene più prezioso, che è la lenticchia.

Percorriamo ad anello l'itinerario del Pian Piccolo insieme alla nostra guida naturalistica. I sentieri sono battuti da trattori o mulattiere, sono facili da percorrere e si è letteralmente immersi in un'esplosione di colori e odori.

Abbiamo potuto visitare Norcia grazie alle guide della Proloco che ci hanno accompagnato in tutti i giorni in cui siamo stati loro ospiti. Punto focale della Valnerina, Norcia è una città che ha voglia di rinascere con tutte le sue attività artigianali, con la ricostruzione edilizia delle abitazioni e dei suoi monumenti storici. Da qualche parte abbiamo trovato scritto: “il terremoto ha portato via molto ma ha restituito il tempo di pensare e di riprogettare il futuro”. Lo spirito dei nursini è forte e positivo e si stanno reiventando per andare avanti e continuare la loro vita nella loro terra.

Sette porte permettono l'accesso in centro storico e i frequenti terremoti succeduti nei secoli non hanno permesso agli edifici di svilupparsi in altezza. Si arriva nella piazza San Benedetto dopo aver attraversato il corso Sertorio, passeggiata obbligata per ammirare le norcinerie e assaggiare i sapori di questa terra. Nel punto focale del borgo, la Basilica è ancora un cumolo di macerie e solo la facciata ci richiama ad un tempo passato quando era meta di pellegrinaggi. Poi vi sono il Palazzo Comunale, il Duomo, la Loggia dei Mercanti e la Castellina, simbolo del potere ecclesiastico a Norcia. Il suo attuale aspetto fortilizio è imponente nella piazza ed evidentemente è stato costruito con l'obiettivo di garantire un controllo del potere da parte della Chiesa. Quando il Vignola prese in mano il progetto inglobò il Palazzo del Podestà e la Pieve di S. Maria Argentea, a testimonianza della crisi comunale e del recupero del potere da parte della Chiesa.

Il soggiorno in terra umbra è terminato e le vacanze continuano in giro per l'Italia... ma questa è un'altra storia.

 

COSA  ABBIAMO  IMPARATO

Cogliamo le opportunità che gli eventi ci offrono. La natura offre delle esplosioni di colore e profumi che solo essa può dare. Piccole comunità nascoste ci fanno capire quanto è grande la nostra Italia, sta in noi scovarle e farle nostre.

 

DOVE  ABBIAMO  SOSTATO

Verghereto : parcheggio strada provinciale 137 – con CS gratuito

Norcia : parcheggio Porta Ascolana poco segnalo.

Agricampeggio Brandimarte fuori Norcia in località Misciano.

Il Casale de li Tappi ci ha ospitato ma non è una vera e propria area camper.

Purtroppo Norcia non ha un'area sosta per camper, ma solo parcheggi improvvisati.