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domenica 27 ottobre 2013

LA RACCOLTA DELLE OLIVE (Lucinasco, 16-19 Novembre 2012)


Il gruppo di “Camminare in Camper” ha deciso d'incontrarsi di nuovo in quella terra ligure che ogni volta ci fa scoprire non solo mare, ma anche realtà locali nascoste.
Questa volta dobbiamo arrivare a Lucinasco, un  piccolo abitato che si trova nell'entroterra appena superate le città di Imperia e Oneglia. 
Il piccolo centro non è certamente facile da raggiungere con il camper. Percorriamo strette strade che si snodano lungo un percorso in salita all'interno di un bosco di ulivi, dove i raccoglitori sono ancora al lavoro nonostante sia ormai tardo pomeriggio, quasi sera.
L'area di sosta e punto d'incontro è presso il Parco-Giardino. La Chiesa di Santo Stefano si specchia sul piccolo laghetto naturale circondato da verdi salici piangenti . E' un luogo idilliaco quello che si presenta davanti a noi. Da quassù si possono vedere grandi vallate ricchissime di ulivi, piccoli centri che punteggiano l'orizzonte, e uno spettacolare scenario naturalistico. La pace e la tranquillità di questo posto lo ha classificato nel 1991 “Villaggio ideale d'Italia “ dalla rivista Airone.

Il giorno successivo raggiungiamo tutti insieme il borgo antico. Strette vie entrano nell'abitato. Dentro e fuori vicoletti ci fanno scoprire scorci e case ancora in pietra.
Molto interessante è il complesso museale etnografico, contadino e d'arte sacra intitolato a Lazzaro Acquarone. 
Per primo raggiungiamo l'Oratorio di San Giovanni Battista dove è allestita una ricca raccolta di sculture lignee che colpiscono particolarmente la nostra attenzione. Sullo sfondo un gruppo di figure compiangono il Cristo Morto.Ci avviciniamo e osserviamo la minuziosità del lavoro con cui l'artista ha voluto rendere il più possibile reali i suoi personaggi. Poi raggiungiamo gli altri due musei dedicati all'attività contadina tra cui la coltivazione degli ulivi e la produzione dell'olio. Tutto ruota attorno al territorio, alla sua gente, al suo lavoro. Una fornita raccolta di strumenti per i mestieri nei campi ha allestito la prima casa che andiamo a vedere. Mentre nella seconda ci sono arredi di una tipica casa contadina. Oggetti domestici sono raccolti nella cucina, mentre nel solaio è allestita la camera da letto.
Nel pomeriggio veniamo accompagnati dal Presidente del Consorzio per la tutela dell'olio extravergine di oliva DOP Riviera Ligure, che ci accompagnerà` in una passeggiata tra gli ulivi.            
Le aree terrazzate suddivise da muretti a secco sono dedite alla coltivazione esclusiva delle olive Taggiasche e durante il percorso veniamo a scoprire le cosiddette caselle, rudimentali costruzioni in muratura che ricordano i nuraghi  sardi. Passando attraverso vecchie mulattiere, arriviamo al frantoio dove l'oliva viene lavorata e trasformata in olio extravergine. Qui possiamo ammirare la lavorazione delle olive dalla fase iniziale in cui sono attentamente selezionate, alla spremitura ed infine l`imbottigliamento, oltre alla lavorazione dell`oliva per la conservazione in salamoia o la preparazione di salse o patè. 

Finita la visita, ci ritroviamo tutti insieme alla "Trattoria dalla Etta", dove possiamo assaporare alcuni piatti tipici del territorio come la panissa alla ligure, una sorta di polenta condita, fatta con la farina di ceci.

La mattina seguente, come consuetudine del gruppo, ci ritroviamo per un'escursione che ci avrebbe impegnati tutta la giornata. Zaini in spalla, ci incamminiamo per un percorso ad anello lungo i dorsali del Monte Acquarone. Per primo raggiungiamo una cappelletta con una grande croce. Facciamo una pausa e, mentre alcuni decidono di ritornare alla base, altri tra cui noi,  riprendono il cammino. In compagnia la fatica e il percorso sono molto più piacevoli, anche perchè da lassù il paesaggio è incantevole. Ci fermiamo , mangiamo qualcosa, poi riprendiamo. Incontriamo cacciatori di cinghiali, ascoltiamo i rumori della natura, ma la cosa più bella è, come sempre, la compagnia dei nostri amici con cui amiamo fare queste lunghe passeggiate e trascorrere piacevoli week-end insieme.

COME  ARRIVARE

Autostrada A21 direzione Torino. A Tortona, prendere l'autostrada A7 in direzione Genova. 
A Genova Voltri prendere l'autostrada A10 e uscire a Imperia. Seguire per Lucinasco.                                                     
Percorrendo la strada n°28 e costeggiando il torrente Impero, si arriva su una strada stretta. 
Lucinasco è un piccolo borgo, attenzione a non entrare in paese se si va con il camper.
Giunti nei pressi dell'abitato svoltare a sinistra verso il laghetto e la Chiesa di Santo Stefano (circa 1 chilometro da Lucinasco).
Qui vi e`un ampio spazio per sostare con i camper.

domenica 17 febbraio 2013

IL BULLICAME DANTESCO - Viterbo

Come già raccontato in uno dei nostri post precedenti, quest'estate siamo stati per poco più di una settimana nello splendido Lazio. Una delle tappe è stata Viterbo, città di grande storia, ma anche zona ricca di terme.
La nostra carissima amica Caterina, originaria del Viterbese ed ex insegnante di letteratura italiana, ci ha gentilmente preparato una splendida presentazione del Bullicame, la fonte di acqua termale citata da Dante nella Divina Commedia, in uno dei gironi dell'Inferno.



Per gli amanti del termalismo i dintorni di Viterbo offrono  diverse possibilità di svago e di cura: accanto agli stabilimenti termali veri e propri, ci sono varie sorgenti di acqua calda che alimentano vasche a cui si può accedere liberamente.
La sorgente più famosa si chiama Bullicame. Il termine bullicame deriverebbe da bulicante, o buglicante parola usata in passato per indicare l’acqua che bolle.
L’acqua solfurea, infatti, sgorga da un profondo cratere naturale a 58° di temperatura e affiora in un laghetto recintato dal quale partono dei ruscelli d’acqua che alimentano alcune vasche. Esse si trovano appunto al centro del Parco umido del Bullicame ed i bagnanti possono godere gratis anche della vista di un giardino roccioso e dello stagno dove si riproduce il Rospo smeraldino.
A sinistra della sorgente una stele riporta i versi tratti dal XIV canto dell’Inferno della Divina Commedia  in cui  Dante cita il Bullicame di Viterbo.

“QUALE DEL BULICAME ESCE IL RUSCELLO
CHE PARTON POI TRA LOR LE PECCATRICI,
TAL PER LA RENA GIÙ SEN GIVA QUELLO.
LO FONDO SUO ED AMBO LE PENDICI
FATTE ERAN PIETRA, E I MARGINI DA LATO"

Per comprendere meglio i versi bisogna rifarci al  settimo cerchio dell’Inferno dove sono puniti i violenti. Il cerchio è diviso in tre gironi; nel primo c’è il fiume di Sangue bollente Flegetonte , dove sono immersi i violenti contro gli altri, il secondo è la famosa selva dei suicidi, dove sono puniti i violenti contro se stessi e dalla quale esce un ruscello stretto tra argini di pietra,che attraversa il terzo girone, una landa sabbiosa sulla quale scende una pioggia di fiamme. Qui sono puniti i violenti contro natura. Questo ruscello è una diramazione   del Flegetonte che dopo aver attraversato la selva dei suicidi , sbocca nel sabbione e lo taglia per riversarsi nel fondo dell’inferno. Il  vapore che emana dalle sue acque  spegne le fiamme sovrastanti e permette a Dante e Virgilio di passare senza rischi camminando su questi argini.
Così scrive il Sommo Poeta:

Tacendo divenimmo là ‘ve spiccia
Fuor della selva un picciol fiumicello,
lo cui rossore ancor mi raccapriccia.
Quale del Bulicame esce il ruscello
Che parton poi tra lor le peccatrici,
tal per la rena giù sen giva quello.
Lo fondo suo ed ambo le pendici
Fatte eran pietra, e i margini da lato;
per ch’io m’accorsi che ‘l passo era lici.

In italiano corrente:

Tacendo arrivammo là dove esce
dalla selva un piccolo ruscello,
il cui color rosso ancora mi fa orrore.
Come esce dal Bulicame il ruscello
che si dividono poi tra loro le meretrici,
allo stesso modo  attraverso la sabbia scorreva quello.
Il suo fondo e le pareti laterali
erano di pietra e e così le sponde;
per cui capii che il passaggio era lì.

Dante paragona il ruscello che si dirama dal fiume di sangue bollente Flegetonte alle acque che escono da  Bulicame di Viterbo, perché le acque sulfuree viterbesi scorrono tra argini di pietra calcarea emanando  vapori e spesso le concrezioni calcaree assumono una colorazione rossastra.
Nel secondo verso Dante fa anche  riferimento all’uso che si faceva di dette acque termali; i commentatori più antichi sono d’accordo nella versione riportata sul cippo; Che parton poi tra lor le peccatrici, cioè dalla sorgente termali sarebbero esistite derivazioni riservate alle meretrici per curare le loro malattie veneree o per lavare i loro panni.
Tuttavia c’è anche un’altra interpretazione del verso dantesco e quindi dell’uso delle acque del Bullicame e cioè Che parton poi tra lor le pettatrici, ossia le lavoranti addette alla pettinatura della canapa. Infatti dagli antichi statuti si sa che le acque del Bullicame venivano condottate in piscine, e lì usate per la macerazione della canapa. Questo doveva avvenire lontano dalla città a causa del cattivo odore che emanava dalla lavorazione delle piante.
Dante probabilmente passò per Viterbo nell’anno Santo del 1300 attraverso la Strada Francigena che passava vicino al Bullicame e con i suoi versi ha dato perenne fama a questa sorgente di acqua sulfurea.

- Caterina Santibacci - 

sabato 26 gennaio 2013

LAGO DI BRACCIANO E TUSCIA VITERBESE (11-19 Agosto 2012)


Raccontare le vacanze estive con questo grigio e freddo invernale ci è sembrata una buona idea e così eccoci qui a ricordare la nostra bella settimana nella zona a nord di Roma, la Tuscia Viterbese e il Lago di Bracciano.



Tarquinia
Prima tappa dopo una giornata di relax a Marina di Montalto di Castro è Tarquinia, città etrusca e poi mediovale che merita di essere visitata con attenzione. 
Famosa per le tombe etrusche (che noi non abbiamo potuto visitare perchè era lunedì), è una bella cittadina tranquilla dal cui belvedere si ammira l’intera valle sottostante fino al mare.
Noi siamo entrati nel centro storico dalla Barriera San Giusto, antica porta della città, dove proseguendo diritti si arriva alla piazza del Palazzo Comunale, mentre se si svolta subito a sinistra si raggiunge la parte mediovale, che è racchiusa all'interno di doppie cinta murarie. Entrati dalla Porta di Castello si incontra il bel Torrione detto di Matilde di Canossa e percorrendo il perimetro delle mura ci si inoltra nel silenziosissimo borgo medioevale dove torri  affiancate da chiese e antichi palazzi, fontane e lavatoi ci fanno tornare a ritroso nel tempo…


Cerveteri
Anche questa è città etrusca per eccellenza, ma anche medievale e quello che noi andiamo a visitare è proprio all’interno delle mura del castello. 
La cittadina è piuttosto moderna nel suo insieme e non particolarmente interessante, ma percorrendo le vie del centro ci troviamo di fronte alla bella Torre dell'Orologio e, entrando nel cortile del castello, troviamo a fare da cornice il Palazzo Ruspoli del 1500, la Chiesa di Santa Maria Maggiore e la grande Torre dove è allestito il museo cerite dedicato all'arte etrusca.
Usciti dal castello attraverso la scalinata, curiosiamo ancora oltre le mura ed entriamo nel Parco Granarone dove si sta allestendo il palco per un grande evento serale.
Prossima tappa, lago di Bracciano dove ci fermiamo per un paio di notti.


Castello Odescalchi - Bracciano
L’area di sosta che scegliamo è “Le Mimose”, localizzata in una posizione perfetta a metà tra il centro di Bracciano e il lungo lago. Dopo aver sistemato il camper ed esserci preparati per la serata decidiamo di salire fino al borgo e cenare lì. La collocazione dell'area ci permette di avere un'ampia visuale del lago e raggiungere comodamente il centro attraverso un stretto sentiero in salita.
All'entrata del centro storico si presenta subito imponente il Castello Odescalchi, un ottimo biglietto da visita per il piccolo borgo di Bracciano ed il suo lago. Il castello purtroppo è chiuso e non riusciamo a visitarlo, ma piano piano ci inoltriamo nelle strette vie e scopriamo bellissimi angoli suggestivi e nascosti che non possiamo fare a meno di fotografare.
Percorriamo il perimetro delle mura dentro e fuori e poi decidiamo di fermarci a mangiare una pizza in un caratteristico ristorantino sotto il castello. Instancabili, ripercorriamo ancora una volta le viuzze del borgo per rivederlo con le luci della sera, e poi ritorniamo al camper.
Anguillara
Vista la bellissima giornata, il secondo giorno decidiamo di fare una gita sul lago con la Motonave Sabazia. Anguillara Sabazia e Trevigliano Romano sono gli altri due unici comuni che si affacciano sul lago di Bracciano.
In lontananza intravvediamo il primo borgo, Anguillara, che dal lago si presenta allungato, ma allo stesso tempo raccolto sopra la passeggiata. Si affacciano vecchie case ben restaurate e alcune seminascoste da colorate fioriture rampicanti.
Trevigliano è riconosciuta dal Touring Club Italiano come “Bandiera Arancione” per accoglienza turistica e ambientale. La cittadina è pulitissima e tenuta molto bene dal punto di vista storico e numerosi sono anche i ristoranti che si affacciano al lungolago. 
In uno di questi ci fermiamo per il pranzo e assaporiamo alcune specialità di pesce di lago.
Trevigliano
Il giorno seguente ringraziamo i gestori dell'area di sosta per la loro ospitalità e riprendiamo il viaggio, anche se solo per pochi chilometri, perchè ci fermiamo subito al Museo Storico dell'Aeronautica Militare di Vigna di Valle. Eravamo un po’ scettici nel fermarci qui, non sapevamo quanto potesse essere interessante, ma l’ampio complesso di quattro Hangar, si è rivelato una sorpresa. Qui sono ospitati numerosissimi velivoli delle due guerre mondiali oltre agli areoplani delle frecce tricolore italiane. Rimaniamo incantati a leggere la storia a fumetti della famosa spedizione polare di Umberto Nobile che, nonostante sia conosciutissima, ci ha tenuti impegnati per un buon quarto d’ora.
Riprendiamo il percorso inoltrandoci nella Tuscia Viterbese.


Sutri, città Bandiera Arancione, è collocata sulla Via Cassia ed è un piccolo gioiello ricco di storia che nasce nel periodo etrusco.
Sutri - Anfiteatro
Provenendo da sud ci colpisce subito il grande complesso della necropoli, un susseguirsi di tombe e cunicoli che si affacciano sulla strada. Percorriamo a piedi la grande collina fino ad arrivare ed entrare nell’anfiteatro. Scavato interamente nel tufo, è possibile percorrerlo tutt'intorno, entrando ed uscendo dalle gallerie. Una visita particolare merita il “Mitreo”, originariamente tomba etrusca, poi tempio pagano ed infine chiesa Cristiana. Nascosto alla semplice vista e scavato nel tufo è aperto dal custode solo su richiesta e per un numero ristretto di persone. L’ambiente è molto suggestivo, e si pensa alla storia si rimane incantati. Affreschi alle pareti riportano ritratti di santi e di pellegrini che da qui passavano per percorre la Via Francigena che da Canterbury portava a Roma.
La Porta Fraceta che ci introduce nella città medioevale di Sutri invitava i pellegrini, che arrivavano da Canterbury, ad una sosta prima di proseguire per Roma.
Il borgo è molto tranquillo, e molto caratteristico con angoli nascosti e arredi urbani particolari. Uno di questi è l'antico lavatoio tornato allo splendore dopo un recente restauro della piccola piazza dove è collocato. La posizione è esemplare, dato che da lì si domina tutta la vallata sottostante e l'acqua che sgorga è molto rinfrescante, sopratutto in queste giornate torride! Riprendiamo a scoprire il nucleo storico seguendo il percorso delle antiche mura prima di riprendere la strada e proseguire per Viterbo.


Arriviamo a Viterbo che ormai è sera e veniamo ospitati con il camper nel giardino di casa di due cari amici: Gianpietro e Caterina. L'accoglienza che ci riservano è molto famigliare e con grande entusiasmo ci accompagnano nella visita della loro città.
Una volta entrati nel centro storico rimaniamo affascinati dal quartiere San Pellegrino. E' una zona di Viterbo alquanto caratteristica per i suoi edifici ricchi di “profferli”, le antiche scale esterne tipiche del viterbese, i palazzi medievali e le alte torri, a dimostranza della potenza delle antiche famiglie della città.
Viterbo - Quartiere San Pellegrino
Ci fermiamo al Museo della Macchina di Santa Rosa. Santa Rosa è la protettrice di Viterbo e ogni anno, in settembre, viene venerata con una singolare processione dove un’alta torre (chiamata “macchina”) viene sollevata e portata a spalle da un centinaio di uomini detti “Facchini di Santa Rosa”. Il museo raccoglie le curiosità dell'evento e le riproduzioni, in miniatura, delle macchine degli anni passati.
Proseguiamo la passeggiata fino a raggiungere il Palazzo dei Papi, il simbolo di Viterbo.
La storia racconta che il primo “conclave” si è svolto proprio qui, in questo palazzo e il termine “conclave” deriva dal fatto che la cittadinanza viterbese nel 1271, stanca del prolungarsi delle elezioni per il nuovo papa, ha pensato di chiudere le porte del palazzo con le “chiavi” (da qui “conclave”), togliere i viveri e scoperchiare la sala dove erano riuniti i cardinali affinchè lo Spirito Santo illuminasse le loro decisioni. Dopo due anni Papa Gregorio X fu finalmente eletto.
Finita la nostra visita a Viterbo, ci viene suggerito di intrapprendere due escursioni fuori dalla città. Il giorno seguente raggiungiamo quindi il piccolo centro di Bomarzo e poi proseguiamo per Vitorchiano.

Bomarzo - Parco dei Mostri 

La cittadina di Bomarzo è una “Bandiera Arancione”, ma purtroppo non abbiamo tempo per soffermarci a visitare la città, in quanto lo scopo di questa escursione è quello di vedere il famoso Parco dei Mostri.
Si tratta di un bosco popolato da giganteschi mostri o figure fantastiche scolpiti nella pietra di piperino, lungo un percorso volutamente intricato. Ideato nel XVI secolo da un membro della famiglia Orsini, il parco è abitato da statue simboliche ispirate dalla fantasia e dalla mitilogia.
Sfruttando anche le pendenze del terreno si sono realizzate opere stravaganti, come una casa pendente, una sirena, animali fantastici o reali, eroi e dei. Tutti in dimensioni gigantesche. Una nota curiosa è che, dopo la morte del suo ideatore, il parco fu abbandonato e solo nel secolo scorso i nuovi proprietari hanno voluto restaurare tutte le sculture che nel frattempo erano state sepolte dalla vegetazione. Una vetrina fotografica, che troviamo all'ingresso, dimostra lo stato di assoluto abbandono del parco prima che fosse restaurato e i lavori che sono stati intrapresi per rendere accessibile tutta la zona.

Vitorchiano    

Anche Vitorchiano è una Bandiera Arancione. 
Noi lo vediamo prima da fuori, 
da una delle terrazze panoramiche sulla strada, e poi dall’interno entrando da Porta Romana. Dall’esterno si presenta come un agglomerato di abitazioni costruite, e parte integrante, di una rupe. Dall'interno,è un borgo fortificato, un intricato intreccio di vie dove si affacciano in modo ordinato palazzi, chiese, torri, case. Qui il tempo sembra essersi fermato, con pochissimi negozi, silenzio e persone anziane sedute fuori a chiacchierare con gli amici..
Vitorchiano era l’ultimo paese del viterbese delle nostra visita e ora ci ci dirigiamo verso nord sulla via Cassia.


Raggiungiamo l'area di sosta sul lago solo verso sera per cui, dopo una così lunga giornata, pensiamo di cenare e di rimandare la visita all'indomani.

Il mattino seguente raggiungiamo il borgo di Bolsena in bicicletta. Percorriamo il lungolago fino a raggiungere la porta al borgo antico, anche questo Bandiera Arancione. Parcheggiamo le biciclette e, dentro le vecchie mura castellane, saliamo, attraversiamo piazzette, percorriamo vicoletti lastricati fino ad arrivare al Castello Monaldeschi da cui si vede il lago.
Scesi dal Castello andiamo a visitare la Basilica di Santa Cristina che ci porta a conoscere il Miracolo dell'Eucarestia accaduto nel 1263. Un sacerdote durante la messa avrebbe dubitato della presenza di Cristo nell’Eucarestia e l’ostia ha sanguinato. Nella Cappella è ancora custodito l'altare dove sono visibili le macchie di sangue sgorgate dall'eucarestia, mentre i paramenti, anch'essi macchiati, sono ora conservati nel Duomo di Orvieto.
Una storia molta antica, ma che ancora oggi viene ricordata nel giorno del Corpus Domini, festività istituita dopo questo evento.

Eccoci alla fine del nostro viaggio e sulla via del ritorno. Il Lazio e soprattutto questi piccoli paesi sono ancora poco conosciuti, ma assolutamente da scoprire e visitare. Ogni angolo ha una storia molto antica e il solo ascoltare o leggere le storie e le leggende di ciascun paese affascina e incuriosisce.

Dove abbiamo sostato

Marina di Montalto di Castro : AA “Il Pioppo”
Lago di Bolsena : AA “ Le Mimose”
Lago di Bolsena : AA “ Parking per Camper Guadetto”

Elena e Anna

lunedì 21 gennaio 2013

GIAPPONE: PUBBLICATE LE FOTO!

Ecco pubblicate le foto del recentissimo viaggio in Giappone.
Da Tokyo a Nikko, Kyoto ed infine Fukuoka, nell`estremo sud dell`arcipelago giapponese..

Elena

Foto album Giappone

domenica 20 gennaio 2013

LEEDS CASTLE E ROCHESTER - UNA TAPPA NEL KENT...


Uscire dalla grande capitale britannica per passare un fine settimana tranquillo non lontano dal mare ci è sembrata una buona idea, per cui abbiamo organizzato di spostarci nel Kent.
Questa contea, conosciuta per le alte scogliere di Dover e per Canterbury, famosa per la sua cattedrale, offre incantevoli villaggi e castelli da favola, dove il tempo sembra quasi essersi fermato.
Arriviamo presso il castello di Leeds con un pullman di linea, dopo aver attraversato villaggi rurali fuori dal tempo, anni luce dalla modernità cosmopolita londinese.
Il castello si trova fuori da qualsiasi centro abitato, per cui si arriva con il bus proprio all'interno della grande area parcheggio, dove inizia  il lungo sentiero per arrivare al castello. Si passa in mezzo a una rada boscaglia, ad un parco di cedri, per poi incontrare un grande prato verde, dover molti ragazzi sono stesi al sole. Si attraversano ponticelli e cascatelle e lungo il percorso si incontrano i famosi cigni neri, fatti arrivare dall'Australia sotto ordine dell’ultima proprietaria, e scelti come simbolo incontrastato di Leeds Castle.
Cominciamo finalmente ad intravvedere il magnifico palazzo che spunta in mezzo al lago. Come si conviene ad ogni castello anche questo ha il suo ponte da dove entriamo, ed è circondato da mura. Costruito fin dagli anni mille è stato residenza reale, ma anche fortezza e carcere.
L'ultima proprietaria, una ricca ereditiera americana, Lady Baillie, ne ha fatto sua residenza principesca. Ha acquistato il castello nel 1926 e l’ha arredato a suo piacere. Un percorso all'interno delle stanze finemente ammobiliate ci fa immergere in una realtà romantica dove possiamo ammirare mobili di varie epoche e dipinti di autori famosi come il Tiepolo.
Uscite all'esterno passeggiamo tutto attorno fra i giardini dove incontriamo una coppia di sposi, perchè qui è possibile anche organizzare feste di matrimonio e soggiornare nel castello per la notte.
Fattasi sera, torniamo sui nostri passi e riprendiamo il bus che ci accompagna a Maidstone, da dove poi prendiamo il treno per Rochester, nostra prossima tappa.

Rochester

Rochester si trova sull'estuario del fiume Medway e la prima impressione che si ha è quella di una cittadina molto simile a tante altre cittadine inglesi. In realtà, forse anche perchè l’abbiamo visitata durante una splendida giornata di sole, è un paese molto carino, ricco di storia, con edifici e palazzi che è in grado di valorizzare.
Le sue origini romane e poi  normanne hanno testimonianza nel Castello, ancora oggi ben conservato, che si trova su una piccolissima collinetta all'interno di un grande prato circondato da mura. Al castello si accede da due porte, una al centro del paese, l'altra affacciata lungo la strada che costeggia il fiume, e da sopra si può ammirare la bellissima cattedrale da un lato, e il fiume dall’altro.
Il centro è piuttosto piccolo, per cui di fronte al castello c’è subito la cattedrale che, dopo quella di Canterbury, è la più antica del Regno Unito. All'interno vi è una targa che testimonia la volontà di Charles Dickens di essere sepolto qui, nonostante poi sia stato sepolto nell’”angolo dei poeti” a Westminster a Londra. Dickens è infatti originario del Kent e ha vissuto la maggior parte della sua vita in questa zona dell’Inghilterra.                                                           
Lungo la High Street troviamo anche l'Eastgate House, un edificio cupo e severo del millecinquecento, che viene collegato a Dickens per aver ambientato uno dei suoi libri “ Il Mistero di Edwin Drood”.
La giornata è molto soleggiata e fa molto caldo, cosa non certo facile da trovare in Inghilterra! La via centrale comincia ad affollarsi di gente che come noi è attratta da negozi di souvenir, gallerie d'arte o semplicemente si ferma ai tavoli dei pub, caffè e ristoranti multietnici.
Arrivate in fondo alla via centrale ci sediamo su una panchina lungo il fiume e tranquillamente ci lasciamo scaldare da questo bel sole inglese prima di riprendere il treno e tornare nella popolosa Londra…

Anna ed Elena