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mercoledì 26 gennaio 2011

ISTANBUL - Città d'oriente e d'occidente


Ogni tanto si ha voglia di sfuggire un po’ dalla ritmicità della solita vita, del ripetersi delle solite giornate, e così, dove andare? Cosa fare? Noi abbiamo pensato di farci quattro giorni in una città “nuova”, diversa dalle capitali europee più visitate, ma allo stesso tempo non troppo lontana da non poter essere raggiunta in poche ore. Abbiamo dunque scelto Istanbul, la “capitale europea” della Turchia (la capitale reale è Ankara). 
Istanbul è una città meravigliosa. È un convivere di antico e moderno, di tradizione e novità, di oriente ed Europa. Ci si può ritrovare in immense piazze incorniciate da splendide moschee, così come affiancati dalle più comuni catene di abbigliamento e fast food e trasportati nella modernità in stile occidentale.

Come si è sviluppato il viaggio:

Avendo deciso di partire solo con due settimane in anticipo, decidiamo di prenotare attraverso il sito expedia.co.uk, che per il periodo d’inizio-metà marzo offre tariffe volo + hotel molto convenienti. Il volo sarebbe stato la sera tardi da Londra e saremmo arrivati di mattina prestissimo (all’incirca alle 4) a Istanbul. Prenotiamo un hotel in centro, nella città vecchia, e lo avremmo raggiunto in qualche modo dall’aeroporto. 

Come da orario, raggiungiamo l’aeroporto la mattina presto e subito ci mettiamo alla ricerca di un pullman, uno shuttle, un taxi, qualsiasi cosa che ci porti in centro. Troviamo uno shuttle (o meglio, un SUV) che ci avrebbe portato direttamente al nostro hotel e aspettiamo che arrivino le 6 (l’orario previsto per la partenza) con tranquillità, consapevoli che l’hotel non ci avrebbe comunque permesso di fare il check-in prima di mezzogiorno.

Alle sei circa saliamo sul SUV-shuttle e ci facciamo portare all’inizio della strada che conduce al nostro albergo. Il viaggio dura circa un'ora e la prima impressione arrivati in città è quella di essere capitati in una realtà alquanto caotica. Le macchine sono ovunque, e i venditori, che stanno aprendo i loro negozi o ristoranti, sono riversati ai bordi delle strade. Siamo a Sultanhamet, la città vecchia.
Una volta raggiunto l’hotel ci informano, come previsto, che il check-in sarebbe stato a mezzogiorno, così lasciamo le valigie e iniziamo il tour della città.

Come prima tappa visitiamo il parco del Palazzo del Sultano, il Topkapi Palace, e poi ci dirigiamo direttamente verso Hagia Sophia e la famosa Moschea Blu, rimandando la visita del palazzo al giorno successivo, quando avremmo avuto più tempo a disposizione.
Moschea Blu
Hagia Sophia, esempio spettacolare di convivenza tra basilica e moschea, è stata originariamente edificata come basilica nel terzo secolo dopo Cristo e poi trasformata in moschea in conseguenza alla conquista ottomana di Costantinopoli nel quindicesimo secolo. Nonostante si presenti tuttora all’interno come una vera e propria basilica decorata da mosaici bizantini, la struttura esterna ci ricorda di essere in realta' un edificio islamico, con alti minareti e numerose piccole cupole. 
Esattamente di fronte ad Hagia Sophia si trova invece la Moschea Blu, cosi' chiamata dal colore dei suoi interni.

 
Lo spazio è decorato da splendide pareti color azzurro blu, il pavimento ricoperto di un morbidissimo tappeto rosso, e il centro riempito di grandi lampade circolari appese che illuminano l’intero edificio. Sembra di essere entrati in un altro mondo, un mondo che non ci appartiene, ma allo stesso tempo famigliare. I visitatori europei sono numerosissimi e possiamo sentire ovunque lingue che conosciamo. 
Dopo la visita decidiamo di tornare in albergo, rilassarci un attimo, fare una bella dormita e poi uscire per cena e visitare la città di sera. Istanbul di sera è ancora più bella, le moschee sono illuminate di una luce arancione che le fa risaltare sul resto della città, e la parte nuova dall’altro lato del Bosforo è chiara delle luci dei palazzi.
Ci infiliamo in un ristorante e decidiamo di assaggiare qualcosa della cucina locale. La cucina turca, e in particolare quella della città di Istanbul, non ha gusti troppo difficili per il nostro palato ed è vicina sia ai sapori grechi (e soprattutto di Cipro) che a quelli nord africani. Tra i piatti che abbiamo provato, è sicuramente da assaggiare il Döner Kebab, che può essere di agnello, manzo, vitello e pollo, un panino imbottito di carne arrostita, lattuga, pomodori, cipolle e tzatziki, una salsa di yogurt, cetrioli e aglio. Poi, il Meze, una selezione di piccoli piatti, in stile tapas, di carne, verdure, pesce, ed infine come dessert, i Baklava, pasticcini di strati di pasta filo o sfoglia riempita di noci tritate o pistacchi e coperta di sciroppo o miele.  La zona della città vecchia non è consigliabile per mangiare perché i ristoranti sono molto turistici e i prezzi elevati. Una zona consigliata è il Beyoglu, che si trova dalla parte opposta del canale rispetto al Sultanhamet.
Finita la cena torniamo in albergo e ci riposiamo per i giorni successivi, quando avremmo visitato il resto della città, quindi il Palazzo Topkapi, la cisterna Yerebatan, il Grand Bazaar, la Moschea Süleymaniye e la città nuova.
Il Palazzo Topkapi, localizzato sempre nella zona del Sultanhamet, è stato edificato subito dopo la conquista ottomana, ed è stato centro di gestione dell’impero e abitazione dei sultani, mentre ora è adibito a museo. Si tratta di un complesso di edifici che durante l’impero ottomano formavano una vera e propria città nella città. Vi sono numerose entrate ma la principale da dove hanno accesso i visitatori è l’Imperial Gate, un ampio ingresso che ricorda quello di un castello, incorniciato da due alte torri appuntite.
Di sorprendente spettacolarità è poi la Cisterna Yerebatan, chiamata anche Underground Palace, una cisterna localizzata nella strada tra Hagia Sophia e Cagaloglu, che per la sua particolare struttura architettonica è stata anche denominata Basilica. Si tratta di un vero e proprio edificio sotterraneo costruito ai tempi dei romani come cisterna per l’acqua, alimentata da un lungo acquedotto. È una struttura sorretta da un grande colonnato costruito nell’acqua, la cui bellezza è risaltata dalle soffuse luci arancioni e, camminando sulle passerelle, si possono vedere anche numerosissimi pesci.

Ci dirigiamo poi verso il Grand Bazaar, il famoso mercato coperto, tra i più grandi del mondo. Le vie del bazaar sono affrescate con colorate decorazioni in stile arabeggiante e sono affollate di piccoli negozi di ceramiche, lampade, tessuti e spezie. Non aspettatevi di trovare prodotti autentici o particolarmente pregiati. Sono principalmente negozi per turisti, ma sono perfetti per trovare dei souvenir o piccoli oggetti ricordo per la propria casa. Dopo circa dieci minuti di “trattativa” ci siamo infatti lasciati tentare anche noi da una bella lampada rossa che abbiamo portato a casa come ricordo e sistemato sulla finestra.
Lasciato il Grand Bazaar ci siamo poi diretti verso la magnifica Moschea Süleymaniye, la moschea più alta della città, che domina sul canale del Bosforo.  Dopo aver percorso una piccola strada in salita e deserta, raggiungiamo l’edificio. 
Tuttavia, oltre ad essere ormai troppo tardi per le visite, era chiusa per ristrutturazione. È stato davvero un peccato, perché la vista della moschea dall’immensa piazza che si affaccia sul canale è meravigliosa, e volevamo proprio vederla all’interno.
Scesi di nuovo dalla stradina, ci ritroviamo in una grande piazza dove vediamo un numeroso gruppo di uomini entrare in una moschea. Decidiamo quindi di accodarci ed entriamo anche noi. Era il momento della preghiera e noi ci sediamo sul tappeto rosso in un angolo a guardare cosa succede. I fedeli si mettono su due file di fronte al Muezzin che legge il corano, si inginocchiano, si alzano, si prostrano a terra. Non sappiamo assolutamente cosa sta succedendo, ma ci piace l’idea di essere lì ad ascoltare le loro preghiere. La funzione non dura molto, all’incirca 20 minuti, e noi l’ascoltiamo fino alla fine. 

Il giorno dopo saremmo andati a visitare la “parte nuova” della città. Finora eravamo rimasti solo nella zona Sultanhamet e ci incuriosiva l’idea di vedere come Istanbul si era sviluppata seguendo i modelli occidentali. La raggiungiamo prendendo il modernissimo tram che costeggia il mare e attraversa il canale sul ponte Galata, ed una volta arrivati, sembra di aver raggiunto un’altra città. Ci ritroviamo infatti nel bel mezzo di un’ampia via costeggiata dai più diffusi negozi monomarca, catene di abbigliamento, fast-food e ristoranti. La gente sembra appartenere ad un’altra realtà, molte delle ragazze non portano il velo e sono vestite come noi, le coppie di ragazzini mangiano da Mac Donald’s e si dirigono verso grandi multisale bevendo Coca Cola. Il modello americano si è impadronito di questa parte della città lasciando la tradizione, la cultura, la storia arginata sull’altra sponda del canale. Sembra quasi che quel canale divida il presente e il passato, il passato e, sfortunatamente, il futuro.   

Consigli utili:

- Noi siamo andati all'inizio di marzo e faceva molto freddo. Se si vogliono trovare temperature più miti è preferibile andare dalla metà di aprile.
- E' possibile entrare in Turchia con la carta d’identità. Non è necessario essere muniti di passaporto.

Come raggiungerla:

- Noi abbiamo prenotato con Turkish Airlines da Londra essendoci un'ottima offerta volo + hotel prenotando dal sito expedia.co.uk.
- Si trovano voli economici anche con la compagnia aerea low cost Easyjet, mentre Ryanair non ha rotte su Istanbul.

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