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domenica 20 novembre 2016

SIENA nella XIII giornata del Trekking Urbano (31 Ottobre 2016)

Una passeggiata in una città come Siena assume un'importanza maggiore quando a sostenerla sono i numerosi volontari che si sono messi a disposizione in questa giornata nazionale del Trekking Urbano. Noi, che il camminare esprime al meglio la nostra conoscenza dello scoprire, abbiamo accolto questa grande opportunità di un turismo lento ma carico di emozioni. 

Arriviamo a Siena dopo aver percorso strade e borghi in quella che è la Toscana più bella, accompagnati da un paesaggio autunnale dai mille colori e gradazioni che vanno dal rosso intenso fino ad arrivare al giallo dei vigneti ormai spogli d'uva, al verde degli ulivi con l'ormai tarda raccolta delle olive. Borghi arroccati sopra colli, dove si è attratti da sagre e feste per far conoscere ed esaltare tradizioni antiche di castelli, dame e cavalieri. E, in tutto questo non può certo mancare un'arte gastronomica di sapori genuini.
Siena da' appuntamento nella Piazza del Campo accompagnati da un'animazione musicale. Il tema di quest'anno non poteva che essere dedicato al Giubileo della Misericordia e, in un percorso predefinito i luoghi della spiritualità e dell'accoglienza ne fanno un punto di forza.
In una città dove le diatribe tra guelfi e ghibellini sono state aspre, un personaggio come Dante ne fa riferimento su lapidi con citazioni storiche. Nello stesso tempo, però, la città si trova anche lungo il tracciato della Via Francigena per cui l'assistenza e la sfera dei sentimenti di carità cristiana verso coloro che arrivano da lontano, creano una rete di accoglienza che coinvolge la cittadinanza intera. Ecco che nascono le contrade che all'inizio avevano una funzione di assistenza e che poi si integrano nella città per avere una sorta di dominio.
La tappa al Duomo ricorda il primo Giubileo indetto da Papa Bonifacio VIII nel 1300. Con l'indulgenza plenaria, cioè la remissione dei peccati per coloro che si pentivano, si voleva dare inizio ad una prassi con scadenza centennale. La notizia e la divulgazione di questo avvenimento è citata sopra il portale destro del Duomo e solamente tre città in tutta Italia ne davano notizia: Siena, Firenze e Padova. Di fronte al Duomo, un'edificio accoglieva, con spiritualità e devozione medica, i pellegrini e i malati. Santa Maria della Scala fondata dai canonici della cattedrale è stato un ospedale fino al 1989. La sua gestione praticata dal clero e dai laici, dopo la peste del 1300 ebbe un'enorme fortuna dovuta a grandi donazione su cui ha sempre potuto sopravvivere. Nelle grandi “camere” che ospitavano i malati, tra il 1441 e il 1444 sono stati dipinti affreschi che raccontano scene di attività dello Spedale o Pellegrinaio, com'era chiamato a quel tempo. 

In un'ampia sala è dipinta la Madonna della Misericordia o del Manto, proprio per l'ampio mantello che accoglieva coloro che necessitavano di carità e assistenza. Usciamo, e il percorso si snoda tra strade senesi più nascoste e meno frequentate dal turismo di massa per arrivare all'Arciconfraternita della Misericordia di Siena in via del Porrione. Nata anch'essa come una istituzione caritatevole dedita ai più bisognosi, a tutt'oggi esprime in questa direzione il proprio impegno. L'Oratorio non è altro che una piccola chiesa che richiama l'attenzione come sede storica della compagnia fondata dal Beato Andrea Gallerani. Curiose sono le lettighe d'epoca e le testate delle bare dipinte. Un piccolo museo ricorda Brandano da Petroio che convertitosi al cristianesimo, dopo una vita dissoluta, diventò profeta.
Superato l'Oratorio di San Girolamo arriviamo alla Basilica di Santa Maria dei Servi, su un colle da cui abbiamo una visione panoramica di tutta Siena. La Basilica fu costruita all'interno delle mura dall'ordine dei servi di Maria. I Serviti erano laici che dopo aver abbandonato la vita comune si ritirarono a penitenza, vivendo della carità cristiana ai margini della società. La loro missione riguarda “solo rapporti di pace, di misericordia, di giustizia e di amore costruttivo”.
Continuiamo il percorso per arrivare alla Chiesa di San Raimondo al Rifugio, importante edificio religioso voluto dalla Famiglia Chigi come Congregazione per le Povere Abbandonate. Voluta da Aurelio Chigi, qui sepolto, con il susseguirsi degli anni si è arrivati a Papa Alessandro VII, il quale commissionò all'archiretto Giovannelli la nuova facciata in stile barocco. All'interno opere senesi di autori dell'epoca con richiami alla vita di San Galgano. Tra vicoli e storie curiose raccontate dalla nostra guida, ci inoltriamo in uno dei quartieri che a suo tempo fu presidiato da spagnoli e lanzichenecchi quando invasero Siena. La Basilica di San Provenzano, prende il nome dalla famiglia che qui vi abitava. La Madonna è festeggiata ogni anno il 2 luglio, fin dal 1656, con il palio. Il drappellone viene portato in piazza del Campo il giorno della carriera e, dopo la corsa, la contrada vincitrice, seppur per pochi minuti, riporta il “cencio” in chiesa per ringraziare, nel più totale giubilo dei contradaioli, la Vergine di Provenzano. All'interno è conservata la reliquia della Vergine scampata dopo la bravata di un archibugiere, che sparando contro un'immagine sacra posta su una facciata delle case della piazza, morì anch'esso per mano della sua stessa arma. La statua collocata da Santa Caterina, fu molto venerata dai cittadini e ad essa si attribuirono diversi miracoli, tantochè venne istituito anche un “anno dei miracoli”.
La giornata sta per terminare e nell'imbrunire ci avviamo verso l'ultima tappa di questo bellissimo percorso giubilare. La Basilica di San Francesco situata nella piazza omonima, e nella contrada del Bruco, è sicuramente una delle più importanti di Siena. Le comunità francescane, che lavoravano la seta, nel 1226 dopo la morte del Santo arrivarono a Siena e costruirono la Basilica. 

Se fin dall'inizio aveva un aspetto romanico,  con il susseguirsi degli anni ha avuto numerosi ampiamenti per cui ora il suo stile è gotico. Le grandi opere si vedono fin dall'esterno con il rosone di Francesco di Giorgio Martini. L'interno a navata unica in marmo a fasce bianche e verdi conserva opere del senese Ambrogio Lorenzetti. In una cappella del transetto un affresco staccato dalla Sala Capitolare del Convento, raffigura  San Ludovico di Tolosa che si congeda da Papa Bonifacio VIII colui che istituì il primo Giubileo della storia. Alla Basilica è legata la Storia del Miracolo Eucaristico di Siena. Si racconta che nel 1730 fu rubata la Pisside che conteneva 351 Ostie Consacrate. Dopo tre giorni le ostie furono ritrovate nella Chiesa di San Provenzano all'interno del cesto dell'elemosine, probabilmente abbandonate dai ladri sacrileghi. Dopo averle ripulite e autenticate come le ostie rubate, furono riportate nella Basilica, dove erano state portate via. La popolazione esaltò con preghiere e canti il ritrovamento, e col passare degli anni le Ostie Sacre mantennero inalterato il suo stato iniziale nonostante i periodici controlli di conservazione. La devozione per questo Miracolo viena omaggiata in molte occasioni religiose durante tutto l'anno.
Con questa ultima tappa del percorso senese ci congediamo e… attendiamo il prossimo appuntamento per una nuova giornata di Trekking Urbano, magari alla scoperta di un'altra città.

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