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domenica 20 novembre 2016

VALLE VARAITA - BELLINO Tra fiori e meridiane (17-18-19 Giugno 2016)

Per noi che partiamo da molto lontano, arrivare in queste valli piemontesi a ridosso del Monviso è sempre un grande piacere. Qui ci ritroviamo con gli amici di Camminare In Camper e con loro abbiamo in comune l'interesse della passeggiata con le scoperte di luoghi ricchi di cultura. Questa volta raggiungiamo la Valle Varaita, dopo aver fatto una sosta nella bellissima Saluzzo, per salutare amici che non vedevamo da tempo.
Bellino è l'ultimo comune in fondo alla valle raggiungibile dopo la biforcazione di Casteldelfino e subito il torrente Varaita ci accompagna tumultuoso in un paesaggio verdeggiante. 
Prima d'incontrarci con tutti gli amici, cogliamo l'opportunità della bella giornata per percorrere con il nostro scooter la vallata dove a Castedelfino si biforca, da una parte arriva fino a Bellino, dall'altra raggiunge la Francia. La strada si snoda panoramica sempre più in quota in quella che nell'ultimo giro d'Italia é stata una tappa di montagna sino al Colle dell'Agnello. Prima di arrivare alla frontiera italo-francese facciamo sosta a Chianale tra I Borghi Più Belli D'Italia. Un borgo integrato tra le acque del torrente Varaita il cui ponte in pietra divide l'abitato. La piazzetta con la fontana, le case con tetti di ardesia, tipici delle zone alpine di Piemonte e Valle d'Aosta, i balconcini fioriti, fanno venire voglia di passeggiare tra le viuzze per scoprire angoli caratteristici di una vita montana scandita da un lento scorrere del tempo. Ripreso lo scooter continuiano la salita che, sempre più in alto, arriva a sfiorare l'ultima neve dell'inverno passato.  Il valico del Colle dell'Agnello raggiunge i 2748 mt, il paesaggio è molto aspro e desolante, ma una volta arrivati si ha un'ottima visuale dei due versanti con un panorama mozzafiato. Da lassù si può vedere il serpentone di una strada che si è appena percorsa e che ora si deve riprendere per il ritorno. 

La borgata è una dimensione architettonica di questi luoghi: piccoli raggruppamenti di case rurali dove un tempo gli abitanti svolgevano attività attinenti all'agricoltura. Il vallone di Bellino conta dieci borgate (tra cui Borgata Chiesa, Borgata Celle, Borgata Chiazale, Borgata Fontanile) ognuna delle quali può avere anche storie diverse, ma sempre accomunate dalla lingua: l’occitano, o da una storia antica (la presenza ancora oggi di simboli celtici) oppure il fatto stesso di poter essere una comunità fino a quarant’anni fa autosufficiente.
Dopo una lunga passeggiata che dal punto della sosta camper arriva a Borgata Chiesa, incontriamo Mirella, un’insegnante elementare nata in valle che ci affascina con i suoi racconti. Dalla Borgata emerge il campanile romanico e proprio qui ha avuto sede la prima chiesa. Intorno sono raccolte case storiche molto ben ristrutturate su un impianto stradale acciottolato e caratteristico del luogo. Molto importante è stato il contributo della Comunità Europea che ha
creduto nell’importanza della rivalutazione di questi luoghi. Ora i borghi si sono spopolati dei vecchi abitanti e se un tempo la sola borgata Chiesa contava 35
famiglie e due scuole ora, in tutto il comune, vi sono solo 107 residenti. La ristrutturazione delle vecchie abitazioni porta in valle turisti e vacanzieri.
Entriamo nella chiesa di San Giacomo sorta nel 1300, su un’area pagana e la Cappella di Sant’Antonio, protettore degli animali, è sicuramente la parte più antica di tutto l’edificio e ne è testimonianza la pavimentazione originaria e
il fonte battesimale in pietra.
Esternamente percorriamo il perimetro della chiesa e lo sguardo si sofferma su sculture di reimpiego incastonate nella muratura a testimonianza di antiche
divinità pagane. Arrivati presso il cimitero una croce in ferro su un capitello ricorda la pericolosa valanga che nel 1872 colpì pericolosamente la chiesa.
Il Forno comune era un elemento centrale della comunità, perchè un tempo i paesani facevano il pane in casa e poi lo cuocevano nel forno centrale. Ora ha ancora l’allestimento di un tempo e durante le rievocazioni storiche è perfettamente funzionante.
La passeggiata continua, tra i ricordi d’infanzia di Mirella e le storie familiari di una vita vissuta in borgata, con note di forte rammarico per un tempo che non tornerà più.
Da Borgata Chiesa raggiungiamo, attraverso un sentiero, la borgata di Mas de Bernard, luogo storicamente noto come sede dei notai fino al 1600. Essendo una vallata autosufficiente, non poteva certo mancare questa figura, che al tempo aveva molta importanza. La cosa curiosa è che il notaio stipulava anche contratti pre-matrimoniali.
Nel 1929 arrivò il collegamento con la luce elettrica nell’unica segheria del luogo. Raggiungiamo, in seguito, la casa-laboratorio di un anziano falegname che ci mostra con grande passione i suoi strumenti di lavoro nonché le sue curiose creazioni.
Girando nelle borgate è facile incontrare particolari architettonici curiosi, solitamente riservati ai portali delle chiese. Si tratta delle tètes coupèes, teste
antropomorfe utilizzate come elementi ornamentali e che ricordano un passato di tipo celtico. Ritenute sede dell’anima e dell’energia vitale della persona, la testa era anche un trofeo di guerra e un talismano contro le forze del male.
I prati ricchi di una fioritura primaverile inoltrata, ci colpiscono per particolari coltivazioni di erbe officinali.
La conoscenza e l’efficacia delle erbe incuriosisce molti di noi ed è per questo che con grande interesse ci fermiamo ad ascoltare una signora originaria di Bellino che vive in borgata da sempre e raccoglie fiori e piante per poi farle essiccare. Una passione iniziale è divenuta per lei un’attività vera e propria che si sta espandendo.
Il percorso a ritroso ci riporta di nuovo a borgata Chiesa e da qui a Fontanile. Fontane e lavatoi sono oggetti di arredo in questi borghi e punti di riferimento in una borgata, come poteva essere il forno. La loro caratteristica è quella di essere realizzate in un unico blocco di pietra.
Fontanile ha viuzze piuttosto strette dove si affacciano case antiche che sono state costruite seguendo la pendenza della montagna e alcune di loro sono appoggiate alle altre sottostanti.
In questo ambiente agreste nasce un maneggio, che favorisce la visione e l’esplorazione delle borgate con il cavallo. Il solo passeggiare non è sufficiente per scoprire angoli nascosti e il fascino dell’equitazione in un ambiente montano crea un’integrazione perfetta tra uomo e natura.
La mattinata termina velocemente regalandoci gradevoli ore di sole, cosa che purtroppo non accade il pomeriggio.
Piove parecchio, ma non ci scoraggiamo e raggiungiamo comunque Borgata Celle, dove ci attende Alberto Andreis, Presidente dell’Associazione Astrofili Bisalta.
Passeggiare in questo borgo incantato ci fa rivivere tempi lontani, quando artisti rupestri catturavano il sole per leggere l’ora.
La scienza gnomonica è molto affascinante e qui a Bellino i quadranti solari restaurati sono ben trentatré, oltre ad altri tre quadranti di nuova costruzione. Questo straordinario repertorio di tradizione locale è datato tra il 1735 e il 1934 e si è a conoscenza di altri reperti non accessibili o non ancora recuperati.
Dapprima l’ombra delle montagne circostanti, poi il sole che spunta dalle vette, i cieli notturni che, in questo ambiente rarefatto, permettono di vedere una miriade di stelle e poi....gli orologi solari.
Nelle borgate di Bellino c’è veramente tutto e l’ambiente è assolutamente suggestivo.
Dopo l’esplorazione delle meridiane, ci rifugiamo nel Museo del tempo e delle meridiane.
Lo spazio è ospitato nella vecchia Scuola di Celle, recuperata mantenendo le caratteristiche volte in pietra e ricostruendo un antico pavimento in legno. Sono stati realizzati 3 ambienti, così suddivisi:

- “La volta delle stelle” dov’è riprodotta la costellazione dell’Orsa Minore;
- “La volta della gnomonica” dove sono esposte riproduzioni di strumenti di misurazione del tempo, mentre i pannelli illustrano la lettura pratica degli orologi solari; 
- “La volta di Bellino” dove si possono scoprire le tradizioni, gli usi, l’architettura locale e conoscere il paese attraverso immagini fotografiche e un video che racconta la vita quotidiana della comunità nei vari periodi dell’anno.

Successivamente ci trasferiamo nella sala polivalente, dove ci gustiamo un tè caldo e ci prepariamo ad ascoltare Andrea che ci parlerà delle “stelle”... dal momento che stasera non riusciremo sicuramente a vederle dall’osservatorio.
Andrea è molto preparato, appassionato e simpatico. Riesce a catturare la nostra attenzione, presentandoci un video molto interessante che racconta la storia della scoperta della luna.
Era il 21 luglio 1969 quando Neil Amstrong, titubante, sull’ultimo gradino della scaletta del Lem Aquilà disse: “Ora scendo. Sarà un piccolo passo per un uomo, ma un gigantesco passo per l’umanità”.
Dopo il primo sbarco sulla luna, ne seguirono altri e non abbiamo ancora finito di esplorare il cosmo.
Dopo il video si inizia a parlare di stelle, della loro origine, della loro luce, della loro grandezza e si vedono delle foto bellissime “astrofotografie”, scattate dai soci esperti dell’Associazione Astrofili Bisalta
E anche il pomeriggio scivola via e, senza fatica, arriva l’ora di cena.
In un battibaleno la sala polivalente si trasforma in ristorante. Arrivano i viveri e gli addetti ai lavori ci servono il “menù stellare”. Tutto ottimo, dagli antipasti alla torta!
E’ domenica mattina e ci attende un cielo leggermente nuvoloso.
L’intenzione è quella di raggiungere l’osservatorio astronomico, che si trova tra le borgate Celle e Chiazale, per conoscerlo e per sperare in una piccola schiarita che ci permetta di vedere il sole. Ovviamente lo raggiungiamo a piedi e vediamo la struttura costruita in legno e pietra. Alberto provvede all’apertura del tetto e ci fa accomodare all’interno. Ci spiega che il sito gode di condizioni di oscurità del cielo eccezionali a causa della particolare conformazione delle montagne in cui è immerso. Le aperture sono programmate durante tutto l’anno e permettono di osservare un cielo notturno straordinario. Ovviamente la struttura è dotata di un prestigioso telescopio Celestron c14. La spiegazione tecnica di funzionamento di un telescopio è parecchio complicata ma, approfittando di un’apertura momentanea del cielo... riusciamo ad osservare il “sole “ attraverso lo strumento ed anche a occhio nudo, con l’ausilio di appositi occhialini di protezione.
E’ terminata anche questa mattinata e si rientra ai camper.
E’ pur vero che il tempo non è stato molto dalla nostra parte, ma siamo comunque riusciti ad imparare cose nuove e il nostro rientro a casa, ormai inevitabile, sarà ricco di ricordi bellissimi.
Non siamo riusciti a dormire sotto un cielo di stelle, ma lo abbiamo immaginato.

A volte, di notte, dormivo con gli occhi aperti sotto un cielo gocciolante di stelle.
Vivevo, allora.
(Albert Camus)

Di Anna Maria Zandomeneghi e Anna Maria Luciano

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